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05/07/2023 06:00:00

Sanità. Come sta usando i fondi Pnrr l'Asp di Trapani

L’obiettivo è iniziare i lavori entro il 2024, e completarli nel 2026.

E’ una corsa contro il tempo, quella dell’Asp di Trapani, per utilizzare i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Oltre quaranta milioni di euro per la realizzazione di nuove strutture, adeguare quelle esistenti, fornire nuovi servizi, e ampliare la dotazione teconlogica della sanità in provincia di Trapani. Una serie di opere che dovrebbero cambiare il volto della sanità provinciale. Ma la scadenza non è lontana. E’ il 2026. Allora ecco che l’Asp, guidata dal commissario Vincenzo Spera, ha preso in mano il dossier e nei prossimi mesi avvierà le gare d’appalto intanto per le progettazioni definitive, poi per i lavori.
Ieri in conferenza stampa è stato fatto il punto sullo stato dell’arte, tra opere strutturali e servizi e tecnologie da acquistare con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

“Andremo a realizzare in provincia di Trapani 13 case della comunità, 4 centrali operative territoriali e 3 ospedali di comunità - spiega Spera - più altri interventi per l'innovazione, per acquistare due tac, cinque mammografi, ed altre strumentazioni".


Cosa sono queste tre strutture? “Case della Comunità”, che dovrebbero essere in grado di offrire assistenza sanitaria di prossimità ai residenti, assicurando il servizio principalmente alla popolazione più anziana, riducendo così il numero delle ospedalizzazioni anche non urgenti. “Ospedale di Comunità", è una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero.
“Centri Operativi Territoriali”, cioè strutture che svolgono una funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti al fine di assicurare continuità, accessibilità ed integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria.

 

 


Oltre al Pnrr, l'Asp utilizza fondi del PNC, i
l Piano nazionale degli investimenti Complementari, per potenziare la sanità pubblica. L'Asp di Trapani ha lavorato in questo senso con alcuni mesi di anticipo rispetto alle altre aziende sanitarie pubbliche regionali.
"Realizzeremo nuove strutture sanitarie per l'assistenza territoriale - spiega l'ingegnere Costa - ed in questo senso non dobbiamo confondere le case e gli ospedali di comunità con il vecchio concetto di ospedale. L'ospedale di comunità - ad esempio - ha venti posti letto, e offre servizi di tipo infermieristico. Le centrali operative, invece, prendono in carico il paziente e lo seguono nel suo rapporto con i medici e le prestazioni. Ecco il senso di queste strutture. L'obiettivo è sgravare gli ospedali per acuti da una serie di casi che impropriamente vengono affidati alla loro gestione. Le centrali saranno a Trapani, Mazara, Alcamo, Marsala. Gli ospedali di comunità saranno a Trapani e sarà una struttura di nuova costruzione, nella prima periferia, in un'area di proprietà dell'Asp. Gli altri ospedali di comunità saranno a Marsala e Salemi, riorganizzando strutture già esistenti". In particolare, l'ospedale di comunità sarà in pratica, a Marsala, all'interno dell'ospedale. "Ciò permetterà anche di fare interventi sull'ospedale" spiega Costa. Stessa cosa a Salemi.

 

 


"Le tredici case di comunità sono distribuite nella provincia. Tre saranno a Trapani, con una a Trapani Centro, all'ex Cassa Mutua, e un'altra ad Erice, all'interno della Cittadella della Salute. A Marsala una casa della comunità sarà presso l'ex ufficio di igiene mentale in Via Trapani. L'edificio sarà demolito e ricostruito. L'altra casa della comunità sarà all'ex Inam. Una casa della comunità a Mazara del Vallo, all'interno del distretto sanitario di Via Castelvetrano. A Castelvetrano una casa della comunità presso l'ex distretto sanitario, una porzione del vecchio ospedale. Una casa della comunità anche ad Alcamo, nell'area destinata alla costruzione del nuovo ospedale, attualmente in fase di espropriazione. Altre case della comunità a Custonaci, dove non ci sono strutture sanitarie, al momento, e sarà baricentrico per i Comuni vicini. Poi a Castellammare del Golfo, Partanna (al primo piano del distretto sanitario) ed infine a Pantelleria, nell'attuale sede del distretto. Per il personale sanitario viaggiante, a Pantelleria, verrà anche realizzata una foresteria negli alloggi delle suore”.


“Siamo a buon punto con la digitalizzazione”
hanno detto i vertici dell’Asp spiegando anche che sono in fase di attivazione i macchinari e le tecnologie acquistate con i fondi del Pnrr. Ad esempio sono in fase di attivazione due Tac, una a Castelvetrano e una a Trapani, da 530 mila euro ciascuna. Si sta concludendo le procedure per portare dei mammografi da 151 mila euro a Trapani, Marsala, Alcamo, Pantelleria e Castelvetrano. E poi gli ecotomografi da 90 mila euro per Trapani, Pantelleria, e Marsala.
Ovviamente, in questi casi, le procedure sono state più veloci rispetto alla progettazione e realizzazione delle strutture.
 

Riordinare la rete sanitaria trapanese evitando le duplicazioni e ottimizzando le risorse a disposizione, non è solo possibile ma fattibile. Partendo da due hub ospedalieri d’eccellenza, uno a Trapani l’altro a Marsala, in rete diretta con gli altri presidi della provincia da dedicare alla medicina specialistica, senza tralasciare l’urgenza e il primo soccorso.

Il quadro dipinto  durante l’incontro tra il deputato regionale del PD Dario Safina e il commissario straordinario dell’Asp 9 Trapani, Vincenzo Spera, è chiaro e ben delineato.

“L’unico handicap da rilevare – spiega l’onorevole Dem – è ancora una volta l’inerzia del governo regionale. Il piano per garantire il diritto alla sanità pubblica dei nostri concittadini, abbattendo costi e liste d’attesa, è assolutamente realizzabile e già in fase di lavorazione. Dobbiamo solo ottimizzare le risorse economiche e il personale in pianta organica che sarà comunque notevolmente rimpinguato grazie all’apporto dei medici stranieri. A giorni presenterò due interrogazioni all’Ars per capire gli intendimenti del presidente Schifani e del suo assessore alla Sanità, intanto, per l’ultimazione del padiglione ex Covid del Paolo Borsellino a Marsala e poi per il nuovo già progettato al Sant’Antonio Abate di Trapani. Si tratta complessivamente di un finanziamento di 28 milioni di euro in totale (17 per Marsala, 11 per Trapani), a valere sui fondi programmati nel Piano di emergenza Covid, il Decreto legislativo Schillaci per intenderci, che permetterebbe di creare un polo di eccellenza per le malattie infettive a Marsala e la creazione di una nuova Radioterapia a Trapani, da affiancare a quella già attiva ma non sufficiente da sola, a Mazara del Vallo”.

“L’altro quesito che intendo porre al governo Schifani riguarda gli 80 posti RSA già disponibili sul territorio per la terapia neurologica dei pazienti. L’ennesima scelta scellerata di questa destra che punta a favorire i privati a discapito della sanità pubblica”.

Infine, sull’ospedale di Pantelleria, aggiunge Safina: “L’idea è quella di incentivare le prestazioni ambulatoriali per i residenti prevedendo per loro apposite convenzioni che consentano di affrontare le terapie per le malattie più gravi fuori dall’isola, senza aggravio per le famiglie”.

“E’ necessario lavorare - conclude il deputato trapanese - perché non esitano più cittadini di serie A e B così che tutti ricevano le giuste cure e la dovuta assistenza”.

 



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