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01/07/2023 06:00:00

 Aereo caduto a Birgi. L’inchiesta è un “segreto di Stato” 

A più di sei mesi di distanza c’è il massimo riserbo sull’inchiesta sull’incidente dell’aereo militare che si è schiantato a Birgi e nel quale è morto il pilota, Fabio Antonio Altruda.

Più che riserbo, dobbiamo parlare di “segreto di Stato”. E' quello che ha posto il Governo Meloni sul fascicolo dell’indagine. Si tratta quindi, di qualcosa che riguarda la sicurezza nazionale.

Era il 13 dicembre, tardo pomeriggio, quando il caccia Eurofighter del 37° Stormo pilotato da Altruda, 33 anni e con centinaia di ore di volo alle spalle, mentre faceva ritorno alla base di Birgi è precipitato, in picchiata, schiantandosi a pochi chilometri dalla pista.
Altruda era in volo in coppia con un altro Typhoon Eurofighter. Entrambi i velivoli militari stavano operando le manovre di discesa, e come si vede nelle immagini riprese da un sistema di videosorveglianza privato, il caccia di Altruda, improvvisamente precipita in verticale per distruggersi al suolo, non molto distante dalla base dell’Aeronautica. (Qui tutti gli articoli sulla vicenda)

 

 

La situazione è molto delicata sul fronte delle indagini. Perchè c’è un’inchiesta militare, coordinata dall’Aeronautica, e un’indagine civile, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trapani.
Ad oltre sei mesi di distanza le novità su quali possano essere state le cause della tragedia sono pochissime. Anche perchè, come detto, è stato posto il segreto di Stato sul fascicolo militare. Pochi giorni dopo l’incidente, una volta ritrovata, la scatola nera è stata trasferita in Inghilterra, dove è stato costruito il velivolo, per essere esaminata. Non si conosce l’esito dell’analisi, i cui dati dovrebbero essere stati già trasmessi alla procura di Trapani che ha incaricato un ingegnere per esaminare i risultati. Ma, come dicevamo, c’è il massimo riserbo.
Un aspetto che cambia, e non di poco, l’assetto è che il caccia fosse armato. Infatti nelle scorse settimane è stato ritrovato e fatto brillare uno dei missili con cui era armato l’Eurofighter. L’ordigno è stato rinvenuto sotto terra a poca distanza dal luogo dell’incidente. Tra l’altro l’aereo, o quello che ne resta, si trova ancora lì. Il luogo è ancora presidiato, e la rimozione della carcassa avviene molto lentamente.

Un’altra, piccola novità, si è concluso l’esame autoptico sui resti del povero pilota morto nella tragedia. L’autopsia, viste le condizioni in cui si trovava il corpo, non ha dato elementi utili per comprendere ciò che è successo, se, ad esempio, Altruda sia stato colto da malore in volo.
Un’ipotesi che, però, i familiari hanno categoricamente escluso nell’esposto presentato alla procura nei mesi scorsi.

La famiglia del pilota campano, ha chiesto trasparenza sulle indagini e ha paura che la verità venga insabbiata. I familiari hanno infatti presentato un esposto alla procura di Trapani.
I familiari, rappresentati dall’avvocato Fabio Sammartano, escludono un errore del pilota, un malore o, addirittura, un gesto volontario dietro all’improvvisa caduta in picchiata dell’Eurofighter.
“La causa del disastro aereo è da imputare esclusivamente al sopraggiungere di una importante avaria al velivolo verosimilmente dovuta ad una cattiva, ovvero omessa manutenzione del mezzo”, si legge nell’esposto.


Nell’esposto c’è il racconto di quella giornata, con i due caccia del 37° Stormo che al mattino sono partiti da Trapani verso l’aeroporto militare di Istrana, in provincia di Treviso, “nell’ambito di una missione operativa finalizzata a scortare un velivolo militare statunitense”. Altruda e il pilota dell’altro caccia, il maggiore Andrea Maida, finita la missione hanno pranzato assieme e poco prima delle 17 sono tornati verso la base di Birgi. L’altro pilota ha riferito che - si legge nell’esposto - “il disastro è avvenuto subito dopo aver lui stesso constatato visivamente che il Capitano pilota Altruda – ormai giunto in prossimità all’aeroporto di Trapani – aveva regolarmente aperto i carrelli del velivolo in preparazione dell’atterraggio allorquando però improvvisamente precipitava al suolo”.
I familiari sono certi che non si trattava di una missione addestrativa. I punti non chiari sono tanti, e come dicevamo il segreto è massimo, e poco trapela dall’indagine.



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