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29/06/2023 06:00:00

Come funzionava la truffa sui pannelli fotovoltaici scoperta in provincia di Trapani

Il trucco è vecchio. Gonfiare le fatture, con la compiacenza dei clienti. Il tutto sfruttando la difficoltà nel controllare ogni pratica da parte degli enti che erogano i contributi pubblici.


E il gioco è fatto, la truffa compiuta. Per gli artefici del raggiro sono centinaia di migliaia di euro facili. Finchè non ti beccano. L’ennesima frode sui contributi pubblici per l’efficientamento energetico è stata scoperta nei giorni scorsi dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Trapani. Autori due imprenditori di Partinico, padre e figlio, con interessi anche in provincia di Trapani. L’indagine svela ancora una volta quel sistema fatto di piccole compiacenze, “distrazioni” nei controlli, e coni d’ombra nei quali si inseriscono i furbetti.

In due anni, dal 2020 al 2022, i due imprenditori avrebbero truffato lo stato per oltre due milioni di euro ottenendo gli incentivi per l’efficientamento energetico delle abitazioni. In particolare i sussidi previsti per l’installazione di impianti fotovoltaici e solari termici. In due anni hanno installato 843 impianti falsificando la documentazione per ottenere i contributi a fondo perduto.

La procura di Palermo ha indagato i due imprenditori per truffa e indebita percezione di fondi pubblici. Sono state sequestrate quattro società che sarebbero state utilizzate dai due imprenditori, a giro, per mettere in piedi la frode. I finanzieri però hanno rotto il giocattolo, incrociando i dati. Le forze dell’ordine non hanno fornito i nomi dei due inquisiti, ma già nei mesi scorsi erano stati raggiunti da un primo provvedimento di sequestro di società, conti correnti, e beni immobili per un valore di circa mezzo milione di euro.


Nonostante la prima inchiesta i due hanno continuato ad agire come se nulla fosse, utilizzando due società per ricevere i fondi pubblici rientranti nel “conto termico”. Si tratta di un fondo statale che sostiene l’incremento dell’efficientamento energetico attraverso piccoli impianti domestici. Come detto, per arrivare a percepire illegalmente 2 milioni di euro, hanno installato oltre 800 impianti. Entrando nel dettaglio i due imprenditori avrebbero gonfiato fatture da inserire nel portale dell’ente per chiedere gli incentivi, ma non prima di aver falsificato documenti e anche le firme dei clienti. Il trucco consisteva nel chiedere gli incentivi per il massimo del contributo possibile, anche se la spesa per il cliente era minore. Gli impianti infatti venivano venduti a meno di 500 euro chiavi in mano.


I due imprenditori, per evitare di dare nell’occhio, facevano tutto con pagamenti tracciabili tra loro e i clienti. Inizialmente gli imprenditori si facevano dare cash le cifre inferiori rispetto a quanto scritto in fattura, per poi creare una ricevuta di bonifico falsa. Poi però hanno cambiato sistema. Allora chiedevano al cliente di pagare, con bonifico, la somma per intero,  poi però la parte in eccesso veniva restituita in contanti al cliente. Ma per lo Stato era come se avesse pagato il massimo, ed erogava il contributo in funzione di ciò.
Sono tanti i clienti che assecondavano i due imprenditori. Ma qualcuno ha segnalato il raggiro e ha permesso alla finanza di scoprire tutto. Tutto, però, fa pensare che le indagini non sono concluse. Gli stessi clienti compiacenti potrebbero finire nei guai.
 



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