Arancia Meccanica. È un film di Stanley Kubrick, la cifra è la violenza fine a se stessa. Protagonisti sono un gruppo di ragazzi denominati i Drughi. Il lungometraggio alla fine si pone l’interrogativo su una possibile redenzione dalla violenza, pur nella conservazione della propria individualità, la risposta è un finale tranquillizzante in cui Alex-il capo-, inizia a meditare su una dimensione pacifica privata, in cui ricostruirsi e ricollocarsi. In ossequio al romanzo da cui è ideata la pellicola.
Diversamente Kubrick risponde alla questione con un secco rifiuto.L’istinto umano, la sua naturale inclinazione ferina non possono essere soppressi. Nel bene e nel male DeLarge rimane se stesso: gli ultimi secondi del film sono un’eruzione di materia, di carne, sudore e musica celestiale. Il pensiero ha fatto proseliti nella tifoseria juventina che costitui prima il gruppo Arancia Meccanica successivamente confluito nei Drughi. La chiave di lettura del film può aiutare alla comprensione di un fenomeno da cui Marsala pensava fosse immune.
E invece no, accade nel nostro territorio, a casa nostra. Il video, diventato virale, ci fa vedere nella sua cruda brutalità, l'aggressione subita da un uomo da due ragazzi senza apparente motivo, qualora ne esistesse uno qualsiasi valido, sembra si tratti di un mero esercizio di ferocia gratuita, di un'alienazione senza ritorno di due soggetti conosciuti alle forze dell'ordine, in un delirio di potenza malvagia irresponsabile e irredimibile. Si è preso coscienza del fatto, necessita adoperarsi perché resti un caso isolato d'Arancia Meccanica.
Vittorio Alfieri