Caos. Per i greci principio primo, da cui ogni altra divinità o realtà si è venuta generando. D'altra parte, concepito come principio di tutte le cose, esso perdeva gradualmente la forma del vuoto per assumere quello dell'indifferenziata materia originaria, il suo concetto fu espresso con la dottrina teorica di Anassagora della mescolanza di tutte l'entità precedente all'opera discriminatrice dell'Intelletto. Ciò comportò la perdita della sua originaria fisionomia mitica e cosmogonica.
Volendo applicare l'idea alla creazione dell'amministrazione lilibetana, anche se apparirono un nuovo ordine le nove liste che condussero a quartiere spagnolo Massimo Grillo, la 'babele' era presente e lo dimostrava la partecipazione di socialisti con postfascisti, ex comunisti con democristiani, trasformisti vari.
La sbornia del successo al primo turno e con l'opposizione ridotta ai minimi termini, solo tre consiglieri,tenne insieme l'entrante coalizione. L'assetto durò da Natale a Santo Stefano, allorquando fu nominato Milazzo assessore in quota FdI, disconosciuto dalla pasdaran della destra marsalese Rosanna Genna. Poi fu la volta di Orlando e Di Pietra, successivamente i distinguo polemici di Coppola, quelli articolati di Walter Alagna, gli esuberanti di Carnese, i sommessi di Vinci, Accardi e Ferrantelli.
Ma il Caos lilibetano aveva creato il divino Grillo e un consiglio comunale autoreferenziale, che quantomeno nella componente dissenziente dovrebbe generare una mozione di sfiducia, ma ciò potrebbe comportare la decadenza dello stesso e casserebbe l'ambizione di molti, tuttavia riporterebbe nel Caos filosofico la città, per far nascere una soluzione 'etica', ed è ciò a cui tutti dovremmo agognare, ossia la scelta 'giusta' per Capo Boeo, quella Grillo dopo quasi tre anni si può asserire che fu sbagliata.
Vittorio Alfieri