Fratelli d’Italia in provincia di Trapani è una polveriera, non è mai stato un partito unitario, al suo interno si agitano troppe strategie e molte, più dei tesserati, correnti.
Non lo negano nemmeno loro, tranne quando tentano di far ricadere la colpa su altri. I meloniani si dividono in due correnti: da una parte i sostenitori di Nicola Catania, dall’altra quelli di Giuseppe Bica. Poi ci sarebbe una terza corrente che è legata a dinamiche più mazaresi e che è quella di Nicola Cristaldi.
Bica vince il ricorso che è stato presentato dopo le elezioni regionali del 25 settembre, la causa è nella ineleggibilità di Catania, i cui legali precisano che: “Esamineremo con attenzione le motivazioni dell’ordinanza e, all’esito della disamina, faremo le nostre valutazioni in merito alla proposizione dell’appello”, aggiunge Catania: “I provvedimenti dei giudici si rispettano ma il ricorso di Bica accolto dai giudici mi suggerisce un ulteriore elemento di valutazione a quanto dissi il 3 giugno scorso, e cioè che esisteva una situazione confusa e poco chiara, visto che la testata giornalistica “Tp24” anticipò la notizia titolando “Bica vince il ricorso: è suo il seggio all’Ars di Nicola Catania”. In me si rafforza, dunque, l’idea che la questione va approfondita nelle sedi opportune”.
La questione andrebbe approfondita dentro quel partito che vuole dare una pseudo parvenza di unità e che invece è uno stillicidio continuo. Il 29 maggio, già la mattina voci insistenti dei dirigenti locali affermavano che il ricorso era stato perso, voci che sono diventati cori nel pomeriggio, proprio durante lo spoglio. Catania dovrebbe chiedere al suo partito come mai hanno messo in giro queste voci che più che indiscrezioni sono sembrate certezza.
Fratelli d’Italia non ha al suo interno una sola anima. Basti pensare che a Mazara si è dovuti ricorrere ad un commissario, che resterà in carica sicuramente fino alle prossime amministrative, con una parte del partito che vorrà sostenere l’uscente Totò Quinci, e una parte che, invece, si è già schierata pro Nicola Cristaldi, che è l’unico candidato che alla fine potrebbe vincere pure senza liste, tanta è la disaffezione contro Quinci e l’attaccamento a Cristaldi. Variabili con cui fare i conti.
Giorgio Randazzo, Livio Marrocco, Nicola Lamia, solo per fare alcuni nomi, sono schiettissimi con Bica.
In mezzo c’è un coordinatore provinciale, Maurizio Miceli, che ha dimostrato la sua forza nell’ultima tornata trapanese, e su cui pendono anche delle riserve da parte di alcuni dirigenti.
Il partito, in verità, è diviso tra i meloniani, quelli che hanno un percorso continuativo di centrodestra, che per lo più provengono da An, e da chi ha capito, con lungimiranza, che il partito era in crescita e lì si è buttato trovando spazi adeguati di agibilità politica.
Si spiega così, in maniera semplice, quello che è Fratelli d’Italia in provincia di Trapani.