I pazienti oncologici non possono aspettare. E le cure devono essere immediate. In provincia di Trapani, però, succede che una paziente attende due mesi sottoporsi alla radioterapia.
E' quanto ha denunciato all'Asp e al presidente dell'Ordine dei Medici di Trapani, Vincenzo Garraffa, medico, specialista in Radiologia, segnalando i ritardi del servizio di radioterapia dell'Ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo.
Il medico racconta il caso di una donna, di 75 anni, con un Carcinoma neuroendocrino del mediastino, già sottoposta a chemioterapia a Trapani, che necessitava di un trattamento radioterapico da effettuare all'ospedale di Mazara.
“Contattato personalmente e direttamente dal primario di Oncologia e periodicamente sollecitati dal sottoscritto – racconta Garraffa – e dai suoi collaboratori, purtroppo si è ancora in attesa di iniziare il trattamento radioterapico per la riferita mancanza del ‘piano terapeutico’, piano terapeutico che, incredibile ma vero, viene richiesto dal Servizio di Radioterapia dell’ospedale di Mazara in smart working non so a chi nè dove, piano terapeutico che non viene effettuato nel Servizio di Radioterapia dell’ospedale di Mazara del Vallo che pare sia totalmente sprovvisto della Fisica sanitaria, indispensabile componente di un Servizio di Radioterapia. È bene precisare al riguardo che, oggigiorno, con i servizi informatici disponibili, servizi che dovrebbero essere parte integrante di una unità di Radioterapia, un qualunque piano radioterapico viene abitualmente approntato in pochissimo tempo, qualche giorno al massimo”.
Ovviamente, questo ritardo di due mesi, sottolinea il medico, “può determinare la progressione della massa tumorale che renderebbe inadeguato ed inefficace il piano terapeutico richiesto in base ai dati relativi allo stato della malattia due mesi prima e, soprattutto, può conseguentemente condizionare e minare le aspettative, le potenzialità terapeutiche e le possibilità di guarigione di un qualunque paziente oncologico”. Insomma, potrebbe essere tardi per contrastare il cancro.
Il medico chiede di chi sono “le responsabilità di un tale disservizio che, a mio avviso potrebbe essere considerato un grave caso di malasanità. L’esposto viene effettuato dallo scrivente esclusivamente nell’auspicio e al fine di evitare che in futuro nessun altro paziente oncologico abbia a subire ed a patire la malasanità di cui è stata vittima la signora che è stata costretta a rivolgersi con due mesi di ritardo ad altro Servizio di Radioterapia. Si confida nei dovuti accertamenti delle rispettive responsabilità”.