I carabinieri e gli agenti della polizia di Marsala hanno arrestato una donna di 30 anni per aver partecipato all'omicidio di Antonino Titone, ucciso nel settembre 2022.
L'omicidio è maturato nell'ambito del traffico degli stupefacenti in città, come è stato svelato anche nell'operazione antidroga Virgilio. Titone è stato ucciso con diversi colpi alla testa con un piccolo piede di porco. Per il delitto è stato arrestato nei mesi scorsi Giovanni Parrinello, di 41 anni. Con lui ci sarebbe stata una donna di 30 anni. Secondo le indagini la donna avrebbe avuto un ruolo attivo nel delitto, e non sarebbe rimasta semplicemente fuori dall'appartamento dove Titone è stato ucciso come emerso inizialmente. La donna, che aveva confessato ciò che era successo, è accusata di furto e omicidio. I due, infatti, avrebbero pensato di derubare Titone per saldare un debito di droga. La 30enne è stata arrestata a Favignana, dove si trovava per lavoro.
Nella nota congiunta di Polizia e Carabinieri i dettagli dell'arresto.
Nel pomeriggio di sabato 10 giugno, gli operatori della Squadra Mobile della Questura di Trapani e i militari del Comando Compagnia Carabinieri di Marsala, unitamente agli agenti del locale Commissariato di P.S. e ai carabinieri della Stazione di Favignana, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Marsala, nei confronti di una trentenne marsalese, ritenuta responsabile dei delitti di omicidio e rapina, ai danni di TITONE Antonino, commessi a Marsala il 26 settembre 2022, in concorso con altro soggetto, già tratto in arresto lo stesso giorno del fatto ed attualmente detenuto.
Nella circostanza, secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo, nel corso di una rapina scaturita da questioni legate allo spaccio di stupefacenti, avrebbe ucciso la vittima colpendola ripetutamente alla testa utilizzando un oggetto contundente opportunamente modificato per l’offesa e si sarebbe poi allontanato unitamente alla donna, che, secondo le dichiarazioni rese da lei e dal coindagato, sarebbe rimasta fuori dall’abitazione durante le fasi culminanti dell’omicidio.
Le indagini, compendiatesi in complesse attività tecniche, coordinate dalla Procura della Repubblica di Marsala ed eseguite congiuntamente dai tre Uffici investigativi, con il supporto dei Gabinetti Provinciale e Regionale della Polizia Scientifica per la Sicilia Occidentale, nonché del Servizio Polizia Scientifica, hanno consentito di raccogliere rilevanti elementi probatori in ordine alla responsabilità della donna che, secondo gli accertamenti degli investigatori, sarebbe entrata nell’abitazione rivestendo un ruolo attivo nella vicenda omicidiaria.
L’indagata, localizzata e rintracciata dagli agenti della Polizia di Stato e dai militari dell’Arma dei Carabinieri sull’isola di Favignana, dove si trovava per ragioni lavorative, è stata ristretta presso la casa circondariale Pagliarelli di Palermo, a disposizione dell’A.G.