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12/06/2023 06:00:00

Dopo la conquista di Taormina Cateno De Luca punta alle Europee. Altre liti in Italia Viva

 Non fa sconti e nemmeno giri di parole, Cateno De Luca, neo sindaco di Taormina, animale da campagna elettorale, è già proiettato al prossimo appuntamento elettorale, quello delle europee del 2024.


I suoi interlocutori saranno sia Matteo Renzi che Carlo Calenda, lo definisce questo accordo “un matrimonio di interessi”, né più né meno. L’obiettivo è far sedere al Parlamento europeo uno dei suoi, Sud chiama Nord vuole adesso varcare la porta di Bruxelles, la condizione posta da De Luca è proprio quella di avere spazio in lista per essere visibili ed eleggibile, niente portatori di acqua.

E ha anche la soluzione: Cateno De Luca capolista nelle due circoscrizioni Sud e Isole.
Detta la linea, del resto non ne ha sbagliata una, ha eletto deputati regionali, nazionali, ha sindaci tra le sue fila, consiglieri comunali, assessori. Sta costruendo lentamente la classe dirigente sui territori, dove non c’è trova comunque il modo di esserci.
Le interlocuzioni sono avviate, De Luca vuole chiudere entro fine luglio e siglare un patto proprio a Taormina.
Da Napoli arrivano intanto due notizie, si sono celebrate entrambe il 10 giugno le assemblee nazionali di Italia Viva e di Articolo1, il partito di Pier Luigi Bersani e di Roberto Speranza si è sciolto per confluire direttamente nel Pd di Elly Schlein, stare insieme, dice Speranza, per evitare gli errori del passato: “ Alle politiche ha vinto la destra perché il resto del mondo si è diviso in più parti. Mai più bisogna replicare quelle divisioni, e unirci per costruire l'alternativa alla destra".

Questa la linea da seguire secondo il segretario di Articolo Uno che oggi, a seguito dell'assemblea nazionale in corso a Napoli, confluisce nel Partito democratico.Tutte le forze che si sentono alternative alla destra devono ragionare e discutere insieme”.

Dalle parti di Italia Viva Matteo Renzi punta alle europee: “365 all’alba significa non soltanto girare la clessidra e iniziare a mettersi in ottica di campagna elettorale europea, ma raccontare perché lo vogliamo fare e perché pensiamo che l’alternativa sia davvero l’alternativa riformista. “C’è una doppia opzione la destra di Meloni e dei suoi alleati e dunque un’opzione sovranista, e dall’altro questa nuova vecchia opzione populista che assume da un lato i contorni e i confini del M5s con Giuseppe Conte e, alla luce di un risultato sorprendente delle primarie del Pd, il nuovo Pd guidato da Elly Schlein. Il nostro orizzonte – ha sottolineato – è riuscire a portare una riflessione politica su questi temi senza essere banalmente mediocri come purtroppo spesso è il dibattito politico italiano e non solo”.

Al termine dei lavori è stata nominata la coordinatrice nazionale di Italia Viva, si tratta di Raffaella Paita, nomina non condivisa e che ha creato malumori all’interno del partito, Elena Bonetti e Luigi Marattin hanno commentato così: “Ieri l’Assemblea Nazionale di Italia Viva ha deciso - su proposta del Presidente Matteo Renzi - di avviare l’iter per lo svolgimento nel mese di ottobre dei congressi locali, come più volte richiesto dalla base. È stata una decisione giusta, che va nella direzione di favorire partecipazione e contendibilita’ all’interno di una comunità che vuole crescere e essere protagonista della costruzione di una nuova offerta politica popolare, liberale e autenticamente riformista. Tuttavia, alla fine dell’Assemblea - quando non era più possibile intervenire - il Presidente ha comunicato l’avvenuta nomina di un coordinatore nazionale, Raffaella Paita. Una collega di valore con cui abbiamo condiviso tanto e con cui non è nostra intenzione fare neanche un briciolo di polemica o mostrare segni di sfiducia.Si è venuta però a creare una situazione strana: gli iscritti di Italia Viva, all’interno di una competizione libera e democratica, sono considerati meritevoli di poter scegliere il coordinatore comunale, quello provinciale e quello regionale. Ma non quello nazionale. Che, prima ancora di ogni modifica statutaria che istituisca quel ruolo (ora non presente), viene nominato al termine dell’assemblea senza possibilità di discussione ne’ informazione preventiva. A questo si aggiunge che senza un ampio confronto su quale direzione dare al partito e quale visione nazionale, i congressi locali non avrebbero argomenti di discussione sufficientemente approfonditi.Noi crediamo che la nostra storia, il cammino che questa comunità ha fatto e le enormi sfide che ha dovuto affrontare rimanendo unita meritino una soluzione diversa”.
Poi la proposta: “Pertanto siamo a proporre che nel mese di ottobre la comunità di Italia Viva possa avere modo di scegliere sia i coordinatori locali che quello nazionale. Una scelta che, siamo sicuri, troverà la condivisione anche di Lella, il cui ruolo verrebbe così legittimato da una competizione aperta e democratica. Esattamente come quella che dovrà affrontare chi si candiderà a coordinatore locale. La comunità di Italia Viva ne ha passate tante, ma è sempre riuscita a preservare coesione, coraggio e forza. È composta da uomini e donne che si sono guadagnati sul campo il diritto di essere protagonisti della propria storia. E il diritto, per essere davvero tale, deve essere uguale per tutte e per tutti. Questa nostra proposta - che avremmo fatto in Assemblea ieri se la nomina di un coordinatore fosse stata annunciata all’inizio e non alla fine - ha il solo scopo di rafforzare ulteriormente la comunità politica di Italia Viva e fare in modo che tutte e tutti possano ancora sentirla come casa. Rendiamola, come merita, ancora più “libera e forte”.
Ha risposto a stretto giro l’ufficio stampa di IV: “Stupisce che si faccia un’assemblea per lunghe ore e due autorevoli dirigenti nazionali non intervengano nel merito di un dibattito che ha toccato molti temi come le tasse, la demografia, l’Europa, la sicurezza. Sarebbe stato prezioso ascoltare dal vivo le considerazioni di Luigi e Elena su questi punti anziché limitarsi a leggere un tweet su questioni formali il giorno dopo.
Peccato.
Nel merito la proposta di accelerare il congresso - che anche altri hanno fatto nel corso del dibattito di ieri - sarà molto volentieri discussa dalla commissione per il regolamento congressuale di cui Marattin e Bonetti saranno formalmente invitati a far parte.
Come concordato ieri ogni decisione sul congresso dovrà passare per il regolamento congressuale da approvarsi nella prossima assemblea nazionale
Quanto alla nomina di Lella Paita essa rientra nei poteri statutari organizzativi e politici del Presidente e non necessita di alcuna comunicazione formale.
Chi vuole cambiare lo Statuto può farlo in qualsiasi assemblea ed è il benvenuto. Per chi ama la democrazia interna sempre meglio fare proposte o critiche durante l’assemblea che aprire discussioni il giorno dopo su Twitter anche per rispetto ai tanti militanti che hanno fatto a proprie spese centinaia di chilometri per fare una bellissima discussione a viso aperto in assemblea”.