La bella stagione è iniziata: semplifichiamo la complessità
La bella stagione è iniziata, i lavori di mesi per i Festival di Letterature per le fiere le rassegne prendono forma e corpo. E’ un lavoro fatto di rapporti umani prima di ogni cosa di riunioni di caffè (forse troppi) e poi la lettura che è la cosa più bella insieme a lavorare in un gruppo per far sì che una idea venga tradotta poi in comunicazione in grafiche nel coinvolgimento della propria comunità e tanto di più.
In questi giorni tra streaming e dal vivo sto assistendo all’avvio della fatica di molti amici, le loro confidenze di questi mesi i dubbi le perplessità e finalmente leggo i programmi ascolto le conferenze stampa, e allora oggi si chiude Una marina di libri a Palermo e conosco Gaetano Savatteri e la competenza e la passione che infonde in questa che è una realtà che travalica i confini dell’isola.
Ero a Casa delle Letterature a Roma per il lancio della XXII edizione di Letterature_festival internazionale di Roma e nel Chiostro tra gli aranci ti perdi nelle pagine della cartella stampa piene di suggestioni autori autrici e tanto di più, e con la formula della lettura di un inedito (idea fortunatissima che connotò l’esordio di Letterature fin dalla prima edizione) scritto ad hoc per il Festival e nel contesto unico dello Stadio del Palatino si avvera lo stupore che un luogo denso di storia come questo può restituire.
Stupore è il tema della VI edizione del Festival della Treccani a Roma: ieri l’altro e ieri ho preso posto nelle ultime sedie con il desiderio di ascoltare, di essere pubblico e apprendere: la piazza è il cortile di Palazzo Braschi, un palazzo del ‘600 incastonato tra Corso Vittorio Emanuele e quel gioco bizzarro che è Piazza Navona. Entro dal portone principale e fuori asse dal portone opposto come teoria visiva c’è lo Stupore ovvero la Fontana dei quattro Fiumi di Gianlorenzo Bernini. E poi Geppi Patota che rende omaggio al suo Maestro il Professor Luca Serianni e non prendo appunti - rischierei di perdere una parola una pausa un passaggio tra lui giovane studente un ricordo di De Mauro e Serianni. Voliamo a fine pomeriggio con Valerio Magrelli dove con la sua poesia ci lascia increduli tutti e gli applausi sono a scena aperta.
Attorno un pubblico di turisti che transitano per il cortile, chi si siede per terra chi si interroga su cosa facciano tante tantissime persone in silenzio e attente ad ascoltare, con la coda dell’occhio osservo questi movimenti curiosi.
Accennava Massimo Bray_direttore dell’Istituto della Enciclopedia Italiana_ con il suo saluto, queste cose strane che sono i Festival negli anni cresciuti anche a supporto del mondo dell’editoria, sono opportunità enormi da vivere in luoghi dove spesso la bellezza la fa da padrona. Le rassegne hanno la capacità, a volte, di far vivere il mondo del libro oltre la fissità della forma fisica, e abbiamo tutti noi che partecipiamo la possibilità di crescere e vivere questi spazi in una dimensione sospesa che l’autore ci dona in quell’attimo. Bray sostiene che spesso questi contenitori hanno fortuna nei piccoli centri, ed è una verità (vedi i grandi Festival di fotografia per fare un esempio), ma la differenza io credo la facciano non solo i contenuti ma come tu riesca a intercettare tramite un tema, una suggestione e porgerla e prestando attenzione massima a come tu organizzazione ti poni nei contesti dove lavori e offri tutto ciò.
Scrivi per mesi, investi e poi semini un qualcosa che magari prenderà forma poi, perché non esiste una formula standard non esiste un format: un Festival è più o meno qualcosa di sartoriale, una idea può essere felice a Ragusa e non essere colta a Sarzana, ed è la forza vera.
Un filo rosso che percorre molti di questi progetti di comunità - mi piace definirli così - è la presenza della RAI; sia essa Rai Cultura, Rai per il Sociale, Radio Rai 3, e con la presenza della più grande azienda culturale italiana si riesce a dar voce a quanto spesso con fatica si fa sui territori. Il riconoscimento di un attore istituzionale come questo, non solo qualifica e riconosce un lavoro fatto e con le sue azioni siano dirette radio e/o tv che includono nei palinsesti ( con la possibilità di recuperare il tutto sui diversi canali tematici), amplifica e abbatte ogni distanza sogno vero di chi progetta per mesi arrivando ad un pubblico sempre più vasto.
Partecipiamo a queste feste della cultura, dove la socialità assume la forma dell’ascolto dell’incontro del confronto e ne usciremo tutti ricchi dentro: siamo noi terreno da coltivare non dimentichiamolo mai e le parole e i libri ci supportano in questa crescita costante.
Noi che ci lavoriamo in questo ambito abbiamo un obbligo vero, semplificare laddove è possibile la complessità del contemporaneo, diversamente non avremo compreso appieno il nostro ruolo.
Natale, tempo di riflessioni, bilanci, buoni propositi, sia individuali che di gruppo, di squadra! Anche il nostro team non si esime da questo e ne fa un momento di condivisione degli obiettivi raggiunti, ma anche di quelli prospettici, alla luce...
Lavorare nel mondo della cultura è un privilegio e un onere, si ha un punto di osservazione diverso - una sorta di sismografo interiore - che dà la possibilità di sentire quello che non c’è, a volte. E’...
Riduzione delle liste d'attesa, potenziamento delle infrastrutture e attenzione ai servizi nelle isole minori. Sono questi alcuni dei punti cardine tracciati dal Direttore Generale dell’ASP di Trapani, Ferdinando Croce, nel bilancio...
Gli Italiani questa settimana hanno subito prima un gancio alla bocca dello stomaco e poi un colpo alla mascella, knock down alla prima ripresa: i più hanno scoperto cos’è l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e...
Il Natale è sempre un momento speciale in cui vogliamo sorprendere i nostri cari con regali unici e indimenticabili. Se quest'anno desideri distinguerti dal solito regalo e regalare qualcosa di veramente speciale, allora non perdere...