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03/06/2023 14:57:00

Denise, Tony Pipitone: "Ho continuato a cercare mia figlia. Pronto ad un confronto con Piera Maggio"

Torna a parlare Tony Pipitone, il padre legale della piccola Denise, scomparsa da Mazara del Vallo la mattina del 1° settembre 2004. Lo fa con i social, su Facebook, infatti, ha aperto la pagina "Tony & Denise Pipitone, dalla parte del cuore".

"La mia vita è segnata da un filo indissolubile che conduce me ed il mio cuore alla mia dolce Denise. Io sono stato, sono e sarò, per sempre, il padre di quella dolce bimba che il primo settembre 2004 è stata strappata all'amore dei suoi cari». Così scrive in una lunga lettera con la quale ribadisce il suo ruolo di genitore e il suo amore nei confronti della figlia che ha cresciuto per quattro anni. 

Ho continuato a cercare Denise - «Non ho mai cercato clamore, visibilità mediatica né la cerco adesso - scrive nella lettera Pipitone -. Mi trovo, mio malgrado, incastrato in una triste guerra fatta di parole sbagliate, di giudizi dettati da rancore e da cattiveria. Tutto ciò a me non appartiene. Per questo devo, spero per l'ultima volta, dei chiarimenti a chi mi dice che io non ho cercato mia figlia. L'ho sempre fatto - sottolinea l'uomo con forza -. La mia voce era ed è quella dei magistrati e del mio legale che mi ha rappresentato nei tre gradi di giudizio».

Da qualche tempo sostiene la raccolta fondi per Denise avviata su gofoundme dall'ex magistrato Maria Angioni. Raccolta che, invece, la mamma di Denise, Piera Maggio, ha rinnegato e non ha condiviso. 

Ho dovuto superare il trauma del tradimento - "A chi mi accusa di non essere stato visibile mediaticamente, rispondo che ho dovuto superare il trauma del tradimento, perché di tradimento si è trattato, e di inganno. Perché scoprire che la propria moglie, contrariamente a quanto raccontato, non abbia ricorso alla procreazione assistita, ma che invece abbia generato tua figlia con un altro uomo è un inganno, anche se proviene da Piera Maggio. Non è stato facile - continua -, ho pensato di non farcela, di non potere andare avanti, mi mancava il fiato e la vita mi sembrava inutile. Ero rimasto da solo e mi sono affidato alla giustizia. Nonostante ciò, non ho puntato il dito contro nessuno e non ho chiesto l'addebito della separazione, cosa che avrei potuto fare. Sono stato composto e moderato". E chiude con un'apertura a Piera Maggio dicendo di essere pronto ad un confronto diretto e pubblico.