Continua il cammino nei festival cinematografici del documentario “Le cose ritrovate”, della regista Chiara Bazzoli, prodotto dalla Fondazione Apulia Film Commission e Fondazione CON IL SUD nell’ambito di Social Film Production Con il Sud, ed incentrato sul recupero della memoria del terremoto nella Valle del Belìce del 1968. L’opera infatti è adesso in concorso al FilmFestival del Garda, e sarà proiettato sabato 27 maggio, alle 14 al Teatro di Villa di Salò, facendo conoscere sempre più la realtà del territorio belicino.
Dopo le precedenti uscite internazionali e nazionali il film approda quindi in terra lombarda con la partecipazione all’importante rassegna d’autore bresciana, tra l’altro proprio nel territorio di provenienza della regista Chiara Bazzoli, nata a Desenzano del Garda.
Le riprese del film, realizzato dalla Effendemfilm, dalla Rete Museale e Naturale Belicina e dall’Associazione Amici di Don Peppuccio Augello ODV, sono completamente ambientate tra i paesi coinvolti nel sisma di cinquantacinque anni fa, e a far da sfondo alle scene del documentario sono i ruderi ed i luoghi che ancora portano i segni del terremoto del Belìce, con tutto il loro carico evocativo, immaginati dall’autrice come opere di Land art. A descrivere e dare un titolo a queste simboliche opere d’arte sono chiamate direttamente le persone del luogo, che hanno vissuto quell’esperienza tragica e che rimangono legate al loro passato attraverso un ricordo, una fotografia, una poesia, una canzone...
«Pur essendo un documentario che nasce dai luoghi, ho deciso di lasciare i ruderi come sfondo delle storie personali che sono le vere protagoniste del film – dice Chiara Bazzoli - Il paesaggio è al servizio di una narrazione che, anche nella dimensione corale, rimane intima, autentica, ed è il frutto sincero di persone o di gruppi».