Droga, prostituzione e degrado. Perchè è stata sgomberata la baraccopoli di Castelvetrano
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C’è un angolo buio, in provincia di Trapani, in cui ogni regola civile, ogni diritto, ogni aspetto che riguarda la dignità dell’uomo è inesistente. E’ stato un angolo buio anche per le istituzioni, che negli anni non hanno saputo affrontare una delle più grandi vergogne del territorio. Fino a ieri, quando è stato sgomberato il campo migranti all’ex cementificio Calcestruzzi Selinunte, tra Castelvetrano e Campobello di Mazara.
L'operazione, coordinata da Questura e Prefettura, ha visto coinvolti poliziotti in tenuta antisommossa, vigili del fuoco, operatori della Croce Rossa Italiana, Asp Trapani.
Nell’ex cementificio hanno trovato rifugio da oltre dieci anni numerosi lavoratori stranieri che ogni anno giungono nel territorio fino a raggiungere il consistente numero di 800 presenze, in occasione della campagna olivicola, approntando abitazioni precarie e fatiscenti e vivendo in condizioni di assoluto degrado con conseguenti riflessi sulla salute e sull’ordine e la sicurezza pubblica.
Ieri, durante lo sgombero, erano presenti poche decine di persone. E non si trattava, però, di lavoratori sfruttati bisognosi di un giaciglio. Il campo era diventata una piazza di spaccio e un luogo di prostituzione. Al suo interno anche alcuni soggetti fragili, come racconta Leo Narciso, referente di Libera Castelvetrano, che in questi anni insieme al coordinamento provinciale dell’associazione ha attenzionato ciò che succedeva all’ex cementificio insieme ad altre associazioni. “Si attendeva da tempo un’azione del genere, quel luogo era ormai una piazza di spaccio in cui scorreva il crack a fiumi e in cui venivano da tutta la provincia per approvvigionarsi di droga. Ci sono soggetti fragili che devono essere tutelati, so che c’era una ragazza incinta che faceva uso di stupefacenti”. Ci si chiedeva, infatti, dove andassero i migranti sgomberati. Gli irregolari saranno probabilmente rimpatriati, mentre i soggetti fragili verranno ospitati in comunità. Negli ultimi tempi l’ex cementificio, quindi, non era più quel luogo in cui si riparavano i lavoratori, ma al degrado si è aggiunto altro degrado, con droga e prostituzione.
Nel settembre 2021 all’ex cementificio scoppia un incendio che distrugge l’accampamento. Nel rogo muore, nel sonno, un ragazzo, si chiamava Omar.
Nonostante tutto i migranti ricostruiscono le baracche. In molti si spostano nel vicino campo regolare allestito all’ex Fontane d’Oro. Altri, soprattutto gli irregolari, non vogliono muoversi dall’ex cementificio, dove regna il degrado.
Spiega la Prefettura che nonostante “la realizzazione di tale alternativa, un nutrito gruppo di lavoratori extracomunitari, verosimilmente privi dei requisiti per la regolare permanenza sul territorio, hanno voluto mantenere stabile dimora presso l’ex cementificio, rifiutando la possibilità di essere ospitati presso l’insediamento regolare allestito a “Fontane d’Oro”. Create quindi le imprescindibili premesse e avviati i progetti che dovranno rappresentare la stabile alternativa all’insediamento abusivo, si è concordemente ritenuto in sede di Comitato Provinciale dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica che i tempi fossero ormai maturi per effettuare lo sgombero dell’ex cementificio, all’interno del quale si sono evidenziate nel frattempo numerose criticità e situazioni di evidente e diffusa illegalità”. Sgombero deciso con propria ordinanza dal sindaco di Castelvetrano, Enzo Alfano, nel febbraio scorso.
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione.
“Lo Stato ha dimostrato, ancora una volta, di essere presente a Campobello e vicino alle istituzioni e alla comunità. L’attività di sgombero dell’ex cementificio è, infatti, il frutto di un’intensa attività portata avanti da Questura e Prefettura, nell’ambito di un tavolo di confronto che, negli ultimi mesi, ha visto il coinvolgimento del Comitato provinciale della Sicurezza Pubblica e dei sindaci di Campobello e Castelvetrano” ha commentato il Castiglione. ”La necessità di liberare il campo, al cui interno, com’è noto, purtroppo, sono state registrate attività illecite legate allo spaccio di stupefacenti e alla prostituzione, ha costituito negli ultimi mesi oggetto di innumerevoli riunioni, a causa delle diverse problematiche di natura economica, igienico-sanitaria e sociale che oggi si sta cercando di gestire. Si tratta, dunque, di un’operazione lunga, complessa e molto delicata, che comporterà anche la bonifica igienico-sanitaria delle aree limitrofe all’ex cementificio, che dovranno essere liberate dalla grande quantità di rifiuti presenti” ha aggiunto Castiglione.
L’ex cementificio è stato sgomberato, dopo anni di inferno. Un abisso della società, di un paese che si dice civile, ma che tra distese di ulivi nascondeva uno dei suoi lati più oscuri.
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