In Italia è allarme affitti e allarme mutui, i costi eccessivamente lievitati e le garanzie richieste bloccano i giovani e anche i meno giovani a potersi assicurare un tetto sulla testa, questo vale da Nord a Sud.
A Milano o a Firenze, ci sono casi limite: una coppia che guadagna 3 mila euro al mese non riesce ad accedere al mutuo e l’affitto gli porta via oltre mille euro, a Firenze in questi giorni è stata raccontata la storia di Youssef, è Italiano, di La Spezia, abita e lavora come rider a Firenze, guadagna 350 euro al mese, vive in una tenda.
A Palermo gli affitti sono vanno dai 700 ai 1200 euro mensili, se ci si sposta in zona periferica si scende tra i 400 e i 500. Comunque una cifra altissima a cui aggiungere tutte le altre spese, i mesi di cauzione sono pesanti e quasi sempre più di due, spesso per l’affitto della casa chiedono la busta paga, una sorta di carta di credito per evitare che i soggetti non abbiano entrate non sicure.
In provincia di Trapani la situazione non è molto diversa, in molti preferiscono, se possessori di un piccolo immobile, locarlo ai turisti con prezzi spesso superiori all’hotel, il proliferare di case vacanza e b&b è fuori portata e non ci sono adeguati controlli sulla loro regolarità.
Così il mercato è impazzito, i ragazzi non riescono ad andare a vivere da soli, né in affitto e nemmeno con un mutuo.
In questi giorni è cresciuta pure la protesta degli studenti universitari, a Milano una stanza arriva a costare 700 euro mensili, e una studentessa, Ilaria Lamera, ha deciso di mettersi in tenda davanti il Politecnico per dire stop agli affitti impossibili che minano il diritto allo studio.
La Pandemia aveva chiuso tutti i casa, creato povertà e perdita di lavoro ma la vera crisi economica è arrivata subito dopo, la si sta vivendo in questo tempo. Il caro vita ha fatto lievitare in maniera sproporzionata ed illogica non solo gli affitti ma anche i beni di prima necessità, per non parlare di chi ha deciso di rinunciare alle cure e alla prevenzione perché non arriva nemmeno a fine mese. L’inflazione così alta ha bloccato il potere di acquisto rendendo impraticabili alcuni percorsi.
Sui prezzi eccessivamente aumentati per la spesa è intervenuto il deputato regionale del PD, Dario Safina: “Nell’ultimo biennio i prezzi al consumo dei prodotti alimentari hanno subito incrementi esorbitanti facendo segnare l’aumento più consistente dal 1985, in conseguenza del rincaro dei prezzi energetici per effetto della guerra in Ucraina. Emblematico il caso del prezzo della pasta che, secondo le recenti stime diffuse da Coldiretti, è aumentato nell’ultimo anno del 18% mentre, sempre nello stesso periodo, il prezzo pagato ai coltivatori del grano duro necessario per produrla è sceso del 30%. Tale differenza nel valore del prodotto finale, considerato che per la produzione della pasta occorre solo grano ed acqua senza aggiunta di ulteriori materie prime, si spiega solo come conseguenza di comportamenti speculativi lungo la catena di approvvigionamento che dai campi porta il cibo alla tavola dei consumatori e, d’altra parte, analoghe distorsioni si ritrovano anche nei prezzi di prodotti non lavorati come frutta e verdura”.
Per Safina è necessario avviare un sistema di monitoraggio regionale sull’andamento dei prezzi dei beni alimentari.