9 Maggio. 45 anni fa veniva ucciso il giornalista ed attivista politico Giuseppe ‘Peppino’ Impastato. Il delitto si consumò a Cinisi, in provincia di Palermo. Era il 9 maggio 1978, lo stesso giorno in cui, a Roma, fu ritrovato il corpo senza vita dell’onorevole Aldo Moro. Impastato dai microfoni di Radio Aut denunciava con coraggio la mafia ed i suoi boss. Come accaduto per altri omicidi di Cosa nostra, i sicari fecero credere che Impastato fosse rimasto vittima di un attentato che voleva compiere lui stesso. Il corpo fu ritrovato sui binari della ferrovia. Aveva 30 anni.
Dopo un lungo iter processuale nel 2001 la Corte d’Assise di Palermo ha condannato i mandanti mafiosi Vito Palazzolo e Gaetano Badalamenti, il “Tano seduto” che Impastato sbeffeggiava durante la trasmissione Onda pazza che andava in onda nel suo paese su Radio Aut, l’emittente autofinanziata da lui stesso fondata insieme ad alcuni compagni. Determinanti per le indagini furono il coraggio della madre di Peppino, Felicia, e l’impegno di suo fratello Giovanni e dei suoi compagni, in particolare dello studioso Umberto Santino, e decisive furono le indagini compiute dal giudice Rocco Chinnici.
Oggi Peppino Impastato è un simbolo della lotta antimafia conosciuto in tutta Italia, da diverse generazioni. La storia di desta una forte curiosità, soprattutto tra i più giovani. Ossigeno per l’informazione l’ha ricostruita, con ampia documentazione, sul sito ‘Cercavano la verità www.giornalistiuccisi.it, dove si possono leggere anche una ampia bibliografia e filmografia, testimonianze e contributi esterni. “Peppino proveniva da una famiglia mafiosa, ma decise di prendere le distanze da suo padre. Amava la sua terra e la sognava libera dal morso della mafia. Per questo attraverso il giornalismo, la cultura e l’impegno politico lottò a favore soprattutto dei contadini e dei disoccupati”, si spiega in una nota.
Ossigeno lo ricorderà giovedì 11 maggio a Roma nel corso del convegno promosso per celebrare la trentesima Giornata Mondiale per la libertà di stampa, alla Casa del Jazz, bene confiscato alla mafia dove l’Osservatorio ha la sua sede operativa.
“Questo è un anno importante”, ha detto Luisa Impastato, presidente di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, il museo e centro culturale di Cinisi, dedicato al giornalista e a sua madre che ha rotto il silenzio intorno alla sua vicenda. In un video messaggio per presentare il ricco cartellone di iniziative previste ha spiegato: “È il 45esimo anniversario della morte di Peppino, ma è anche l’anno della cattura del super latitante Matteo Messina Denaro, un evento che ci chiama ad una profonda riflessione e ad un bilancio della mafia e dell’antimafia”.
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