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23/04/2023 06:00:00

I sommersi e i salvati: la nuova edizione di 38° Parallelo, il festival di Marsala 

 Settimo anno e a maggio andremo ad incontrare il nostro pubblico (per un volta getto la maschera: onorato di brigare con questa rubrica su questo giornale dove ho sempre separato pensieri e considerazioni, da altro che mi riguarda personalmente ovvero dirigere un Festival che è 38° Parallelo).

Chi è stato da noi ci ha definito un Festival eccentrico - e non ho ben compreso se sia buono o meno - ma di fatto è un contenitore che fin dal suo esordio ha messo la prua sulla saggistica come scelta cardinale, e poi negli anni piccoli innesti prove tentativi di proporsi con altri vettori.

Dovrei raccontare della prossima edizione e per quanto possa sforzarmi non riesco - magari saranno altri a farlo - posso però scrivere e descrivere di come un Festival come 38° parallelo abbia inciso in modo significativo in una visione diversa sul territorio portando progettualità e dinamiche di rete che dopo anni sono realtà.

In un contesto come questo occorre reinventarsi il futuro, occorre immaginare nuovi progetti e nuove funzionalità degli spazi - vedi biblioteche e le scuole - , occorre supportare concretamente i diversi settori culturali e urge farlo tutti insieme, artisti, associazioni, istituzioni e spazi che siano musei chiese o altri luoghi di aggregazione. Azioni decisamente perfettibili che sono frutto di lavoro e di fatica di molti di noi che credono in ciò che fanno, e adesso c’è questa piattaforma di pensiero sulla quale ragionare sperimentare e trovare - pur nelle diverse sensibilità - una voce comune per la crescita della comunità.

Fa male leggere il rapporto ISTAT sui dati lettura in Sicilia - che di fatto ci condanna all’inconsistenza culturale e non giriamoci attorno è un fatto - e qui la politica ha il dovere di ascoltare le nostre voci e farsi attore di urgenze che arrivano dal basso, lo ripeto spesso che non c’è più tempo. Non è con un incontro con l’autore o un Festival che limeremo qualche punto percentuale di questo disastro, ma l’abbraccio virtuoso costruito in questi anni deve essere costantemente supportato per far sì che si possa andare oltre e tutti insieme.

38° quest’anno propone una piece a teatro L’Epopea di Gilgamesh con tre attori quali Giovanni Calcagno, Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta (per noi una novità) e essere scelti come data unica in Sicilia ad oggi e per giunta all’interno di contesto letterario, fa riflettere sul perché alcune cose avvengano qui e non altrove; contattati a novembre scorso dalla Fondazione Bellonci (Il Premio Strega) per la prima edizione dello Strega Poesia, (segno che non eravamo dei pazzi anni addietro a portare la poesia nel nostro programma) suscitare la loro attenzione, e in un luogo dove si è fatta un pezzo fondante della letteratura italiana, è un fatto enorme. Radio Rai Tre, nostro media partner nazionale dallo scorso anno, ha deciso di essere in città con la redazione de La lingua batte e registrerà umori sensazioni e conversazioni in programma, e vi assicuro non è la norma. Quanto sopra accadrà a Marsala e molto altro avremo in programma, e con rapporto costi-benefici che forse potrete da soli quantificare in termini di visibilità e molto altro.

Un Festival è la narrazione di un Territorio e ci connotiamo per essere questi: chiari e netti su determinate scelte e sempre aperti al dialogo con tutti, perché diversamente una rassegna sarebbe altro.

Condivido e sottoscrivo le parole di Audrey Azoulay direttrice generale dell’Unesco “l’Italia è un Paese che non può fare a meno della sua cultura e solo da questa può ricostruire un nuovo domani. L’educazione, nel senso più ampio del termine, quindi compresa quella per le bellezze del nostro territorio, è uno strumento fondamentale”. Siamo chiamati ad una vera e propria ristrutturazione di carattere generale che si fondi sul patrimonio di arte, letteratura, natura, ambiente che custodiamo. Un Festival è un insieme di suggestioni, contamina vari ambiti della Cultura cerca di scuotere la comunità dove insiste e con pervicacia cerca il suo pubblico - dai più piccoli ai diversamente giovani -, continuando ad alzare l’asticella; ieri a Palermo nel contesto de la Via dei Librai si annuncia la costituzione di una rete dei Festival in Città, noi in provincia di Trapani siamo stati tra i primi in Italia a ragionare in questi termini, ma fuori da questo l’impressione è che se non si fa uno scarto di lato, tutto resti un esercizio di stile.

La ristrutturazione passa anche per fondi enormi del PNRR che abbiamo a disposizione e un Festival è un attrattore naturale di saperi di competenze che possono essere a disposizione di tutti, non approfittarne è una resa incondizionata ad uno stato di cose.

Dobbiamo essere protagonisti del nostro futuro, perché nessuno si salva da solo.

Sommersi Salvati sarà il tema della prossima edizione e avremo un manifesto straordinario ideato da Mara Cerri, gli autori del programma prossimo hanno scelto loro di essere con noi abbracciando il tema, e con passione e forza ribadiremo che solo la Cultura ci potrà salvare, e in fondo in fondo un Festival cos’è se non questo?

giuseppe prode



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