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16/04/2023 06:00:00

Immigrazione, il trapanese Valenti commissario. Ma non mancano le polemiche 

 Il prefetto Valerio Valenti, trapanese, attuale capo dipartimento Immigrazione al Ministero dell'Interno, potrebbe diventare presto il nuovo commissario nazionale per l'emergenza migranti voluta dal governo Meloni. Le polemiche non mancano. Il governo ha infatti dichiarato lo "stato di emergenza" per un fenomeno che, evidentemente, non riesce a governare con i normali strumenti. 

L'allarmismo creato nei giorni scorsi, ha portato a misure da «emergenza nazionale» sugli sbarchi, ripristinando la figura del Commissario Straordinario (ultima nomina nel 2011) per raccordarsi solo con Croce Rossa e Protezione Civile. Il «Decreto Cutro», a seguito del drammatico naufragio del 26 febbraio scorso sulle coste calabresi, costato la vita a circa 100 persone, tra cui minori, prevede condizioni peggiorative della condizione giuridica degli stranieri in arrivo: smantella la protezione speciale a tutela della vita privata e familiare dello straniero, che aveva in parte attutito i disastrosi effetti dell’abolizione della protezione umanitaria, potenzia la rete dei Centri per il Rimpatrio, inoltre ostacola il diritto al ricorso dei richiedenti asilo che ottengono un primo diniego.

Sull’immigrazione, insomma, in mancanza di idee chiare, si preferisce suonare la sirena dell’allarme e ricorrere all’eterna scorciatoia della somma urgenza.

Ma le polemiche riguardano anche la figura di Valerio Valenti. Trapanese, classe 1958, Valenti ha un lungo curriculum, come si legge nella pagina a lui dedicata sul sito del Ministero dell'Interno. A livello locale, è stato commissario a Campobello di Mazara e Mazara del Vallo, ma negli anni la sua ascesa è continuata con posizioni sempre più prestigiose, fino ad essere, prima dell'ultima nomina, prefetto di Firenze.

Su Valenti si concentra il quotidiano "Domani", che riprende la vicinanza di Valenti ad Antonio D'Alì, l'ex sottosegretario agli Interni e senatore trapanese, di recente condannato a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ed attualmente in carcere. 

Domani racconta come la «carriera del prefetto Valerio Valenti» sia stata favorita da D'alì. 
La carriera di Valenti ha infatti, nel 2001, uno snodo importante quando viene nominato viceprefetto. In quell’anno è arruolato nel governo Berlusconi Antonio D’Alì, uomo forte di Forza Italia in Sicilia e che aveva scelto come capo della segreteria particolare proprio Valenti.

Secondo le carte del processo D'Alì, il senatore, in quegli anni, brigava per allontanare da Trapani il capo della Mobile, Giuseppe Linares, da lui non gradito.  In questa manovra studiata da D’Alì entra in gioco Valenti.

Il suo ruolo, sebbene non sia mai stato indagato, è descritto nelle carte giudiziarie sull’ex senatore. Nella misura di prevenzione a carico di D’Alì, troviamo alcune telefonate tra Valenti e un poliziotto della squadra mobile, Emiliano Carena. Risalgono al 2004. «Nel corso della prima conversazione il Valenti  e lo stesso Carena. In particolare il sottosegretario aveva chiesto un appuntamento con il capo della polizia, all’epoca il prefetto Giovanni De Gennaro. Valenti aveva accompagnato il politico.

«Al Senatore gli ho detto «ora lei va dal Capo .. mi raccomando non gli chiedere .. il trasferimento di cosa» .. «no, abbiamo concordato le cose del trasferimento di Linares»...gli ho detto: «Non fare questo errore perché ti metti sotto scopa». In pratica Valenti, intercettato, riferisce il suggerimento dato a D’Alì: all’incontro con De Gennaro vanno usate cautele maggiori, di informarsi su Linares, ma di non dire esplicitamente che desiderava il suo trasferimento. Valenti aggiungeva: «Quindi questa cosa (del trasferimento, ndr) .. gli interessa come partito ... non è una cosa che interessa solo al senatore».

Valenti rientra anche nella vicenda del trasferimento su Fulvio Sodano, prefetto a Trapani, negli anni 2000,. «Valenti era il suo fedelissimo, era a conoscenza di tutto, quando per ovvie ragioni si interrompe il dialogo tra Sodano e D’Alì, lui diventa il collegamento per le comunicazioni. Era informato sulle manovre di D’Alì, i progetti di trasferire le persone scomode», racconta a Domani una fonte che preferisce l’anonimato.  Qui l'articolo di Domani. 

Ricordiamo anche che, sulla vicenda D'Alì, Tp24 ha svolto un lavoro di approfondimento, in sei parti, su tutti i punti controversi del processo. Lo potete leggere cliccando qui. 



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