Corruzione al carcere di Trapani. Gli agenti penitenziari: "Amareggiati, ma non tutti sono infedeli"
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Il sindacato Uilpa Penitenziari interviene sull’operazione Alcatraz che ha portato alla luce un giro di corruzione all’interno del Pietro Cerulli di Trapani con agenti infedeli che facevano entrare droga e telefonini cellulari. Tra gli arresti anche un ex agente di polizia penitenziaria.
“Siamo amareggiati - dichiara Gioacchino Veneziano segretario generale della UilPa Polizia Penitenziaria Sicilia, ma l'arresto dei soggetti ex appartenenti non deve scalfire la fiducia dei cittadini, perché la quasi totalità dei poliziotti penitenziari indossano l'uniforme con l’integrità morale, la correttezza e la linearità nei comportamenti come previsto da leggi e regolamenti, e l'impiego nell'operazione “Alcatraz” del Nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria è la conferma che la magistratura ha ritenuto affidabile la Polizia Penitenziaria anche in una indagine interna”. Il sindacalista si sofferma anche sulle criticità della struttura penitenziaria trapanese messe a nudo dall’operazione.
“Non può passare inosservato – afferma Veneziano - il messaggio del procuratore Gabriele Paci sulle falle nell'apparato di sicurezza ed organizzativo al Pietro Cerulli, circostanze segnalate negli anni dalla nostra organizzazione sindacale all'Amministrazione penitenziaria”. Il riferimento del segretario “è alla mancata predisposizione di sistemi antintrusione, ovvero di telecamere per tutto il perimetro della cinta, oppure alla recinzione da anni mancante, ovvero alla gravissima carenza dell'organico di polizia, addirittura senza un direttore da oltre due anni”. “Fermo restando le responsabilità degli indagati ex poliziotti penitenziari, - conclude il leader della UilPa – l'amministrazione ha il dovere di colmare la carenza di oltre 50 unità di polizia penitenziaria, per evitare che con appena 70 poliziotti ripartiti nei tre/quattro turni, possano essere controllati i 514 detenuti presenti (di cui quasi 100 in regime di Alta sicurezza) da una dozzina di operatori di Polizia Penitenziaria, e senza altri ritardi bisogna dotare il carcere di apparati per individuare i droni, e deve essere predisposta una pattuglia esterna e senza indugi si deve ripristinare la recinzione dell'intercinta per elevare i livelli di sicurezza del carcere di Trapani, come auspicato dal Procuratore della Repubblica di Trapani” Frattanto, la UilPa ha ringraziato il deputato regionale Dario Safina “per la parole di riconoscenza a tutti quegli agenti di polizia penitenziaria ‘sani’ che ogni giorno lavorano senza sosta, pur con mille difficoltà”.
“Un plauso all’operato delle forze dell’ordine che con abnegazione e sacrificio hanno portato alla luce lo squallido mercimonio che si consumava all’interno delle mura del carcere Pietro Cerulli di Erice. Lo spaccato scaturito dall’operazione Alcatraz è a dir poco inquietante. Bene ha fatto la magistratura ad avviare le indagini che hanno portato all’arresto di quegli agenti di Polizia Penitenziaria che con il loro operato hanno ‘sporcato’ la divisa che indossavano. Grazie, dunque, all’operato di magistratura e forze dell’ordine ma grazie anche e soprattutto a tutti quegli agenti di Polizia penitenziaria ‘sani’ che ogni giorno lavorano senza sosta, pur con mille difficoltà: grave carenza di organico, di mezzi e di strutture, per garantire il dettato costituzionale. Condivido appieno quanto affermato ieri dal procuratore capo di Trapani Gabriele Paci durante la conferenza stampa illustrando i dettagli dell’operazione Alcatraz: “Quella che ha portato all’arresto di alcuni soggetti non è un’indagine contro la Polizia Penitenziaria ma piuttosto a favore di quanti indossano degnamente la divisa”.
Questa la dichiarazione del deputato regionale trapanese del PD Dario Safina a seguito dell’operazione Alcatraz che ha portato all’esecuzione di 24 ordinanze di misure cautelari.
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