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13/04/2023 10:40:00

Messina Denaro, il gip: "Latitanza curata da persone conosciute". Si cercano nuovi covi e documenti

 Nell'ordinanza che ha portato in carcere l'insegnante Laura Bonafede, figlia del boss di Campobello Leonardo e colei che si occupava di assistere il boss Matteo Messina Denaro per tutte le sue esisgenze quotidiane, il gip di Palermo Alfredo Montalto, parla di scoperte "sconcertanti". Dalle indagini del Ros emerge che la donna ha frequentato il boss per anni durante la latitanza e che abbia anche convissuto con lui in certi periodi.

La latitanza curata da persone molto conosciute agli investigatori - «Quel che disorienta è che in tutto questo lunghissimo arco temporale la tutela della latitanza di Messina Denaro è stata affidata - scrive il gip Montalto - non a soggetti sconosciuti ed inimmaginabili, bensì ad un soggetto conosciutissimo dalle forze dell’ordine e cioè a quel Leonardo Bonafede da sempre ben noto, oltre che come reggente della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, soprattutto per la sua trascorsa frequentazione ed amicizia con i[ padre di Messina Denaro».

Il gip evidenzia l'incredibile e ispiegabile insuccesso di anni di ricerche - «Mettono in luce l’incredibile ed inspiegabile insuccesso di anni ed anni di ricerche in quella ristretta cerchia territoriale compresa tra Castelvetrano e Campobello di Mazara - continua il gip Alfredio Montalto - costantemente setacciata e controllata con i più sofisticati sistemi di intercettazioni e di videosorveglianza di tutti i luoghi strategici che, tuttavia, come oggi si è scoperto, non hanno impedito che il più ricercato latitante del mondo potesse condurre, in quegli stessi luoghi e per molti anni (almeno ventisei), una «normale» esistenza senza neppure nascondersi troppo, ma anzi palesando a tutti il suo viso riconoscibile (almeno per i tantissimi che lo avevano conosciuto personalmente)».

"Ci sono ancora covi e documenti da trovare"  - «Come ciò sia potuto accadere, si ripete, appare al momento inspiegabile e non privo di conseguenze», continua il gip,  che ritiene che ci siano ancora covi da trovare. «La cura quasi maniacale del latitante - scrive nell'ordinanza - nella annotazione di qualsiasi accadimento della sua vita, nella tenuta di diari e quaderni in cui trascriveva anche commenti, non può fare dubitare dell’esistenza di materiale di ben altra importanza sugli affari criminali di Messina Denaro custodito in altri covi non ancora individuati (e di cui, peraltro, v'è già traccia in alcune delle corrispondenze tra il latitante e Laura Bonafede che pure mostra di conoscerli)».