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12/04/2023 18:00:00

Al cinema il film sulla strage di Alcamo Marina "Vite da sprecare"

Al cinema il film "Vite da sprecare", sulla strage della casermetta di Alcamo Marina. La storia dell'omicidio di due uomini: l'appuntato Salvatore Falcetta di 35 anni e il carabiniere semplice Carmine Apuzzo, appena diciannovenne.

I due militari furono uccisi nel sonno e fin da subito le versioni ufficiali fornite dagli stessi Carabinieri non convinsero né la stampa né l'opinione pubblica. Il film Vite da sprecare, diretto da Giovanni Calvaruso, è distribuito da Tramp Limited srl e in uscita giovedì 13 aprile.

Nella notte del 27 gennaio 1976 l'appuntato Salvatore Falcetta e il carabiniere Carmine Apuzzo venivano uccisi a sangue freddo nella caserma di Alcamo Marina in cui stavano dormendo. Per l'omicidio vennero condannati Giuseppe Vesco (amputato a un braccio e comunque trovato impiccato in cella poco prima di essere ascoltato dagli inquirenti), Giuseppe Gullotta (ergastolo), Giovanni Mandalà (ergastolo, morto in carcere per un tumore), Gaetano Santangelo (20 anni) e Vincenzo Ferrantelli (20 anni). Tutti assolti in appello per non aver commesso il fatto. Sull'accaduto l'ombra di Gladio e l'utilizzo della tortura.

Vite da sprecare è un film del 2019 che arriva nelle sale quattro anni più tardi, in un periodo particolarmente significativo.

Il 25 marzo l'Ansa informava che era stata presentata alla Camera una proposta di legge per l'abrogazione del reato di tortura inserito nell'ordinamento italiano nel 2017. Nelle motivazioni si legge che "L'incertezza applicativa in cui è lasciato l'interprete" con le norme introdotte nel 2017, "potrebbe comportare la pericolosa attrazione nella nuova fattispecie penale di tutte le condotte dei soggetti preposti all'applicazione della legge, in particolare del personale delle Forze di polizia che per l'esercizio delle proprie funzioni è autorizzato a ricorrere legittimamente anche a mezzi di coazione fisica".

I firmatari della proposta farebbero bene a vedere questo film e ad interrogarsi se quell'"incertezza applicativa" non debba essere piuttosto superata emanando norme più restrittive e non con l'abrogazione di articoli in materia. Perché Giovanni Calvaruso non fa opera di fiction quando mostra l'uso sistematico di waterboarding e di scariche elettriche nei confronti di coloro che dovevano confessare azioni mai commesse. Si limita a ricostruire quanto ormai accertato come realmente accaduto.

È vero che sembra di assistere a Garage Olimpo di Marco Bechis ma chi per estorcere una 'verità' che suffraghi le sue tesi si comporta in questi termini ha meritato l'autoaccusa che l'ex brigadiere Renato Olino, membro del nucleo antiterrorismo di Napoli partecipante alle indagini, ha presentato 32 anni dopo l'accaduto e che conferma anche nel film. I più giovani hanno tutto il diritto di non sapere cosa è stato Gladio. Si tratta di una formazione paramilitare costituita, grazie ad un accordo tra la CIA ed una parte dei servizi segreti italiani, per avere una forza in grado di resistere ad una ipotetica invasione sovietica.

L'ipotesi che Falcetta e Apuzzo avessero scoperto un trasporto di armi che doveva rimanere segreto non è sicuramente peregrina anche se a tutt'oggi non ci sono riscontri definitivi. L'aver deciso di porre in rilievo quanto accadde quasi cinquant'anni fa non è solo un encomiabile e doveroso atto di risarcimento dell'onorabilità degli imputati ma anche un esempio del fatto che il cinema di impegno civile continua ad avere un senso e una funzione.

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