La santificazione politica. È ciò che sta accadendo per Silvio Berlusconi da qualche giorno dopo che è stato ricoverato in terapia intensiva ed essere venuti a conoscenza della malattia, leucemia cronica, di cui è affetto. Si vuole osare facendogli un coccodrillo in vita. Si ha la certezza che tra qualche anno lo si studierà sui libri di storia perché da 30 anni la sta facendo e non solo quella politica ma anche di costume.
Nel 1961, dopo la laurea fonda la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Piero Canali: il primo terreno viene acquistato per 190 milioni grazie alla fideiussione del banchiere Rasini, titolare della banca dove lavora il padre. Con la Edilnord Sas nasce il progetto Milano Due. Dall'inizio degli anni Settanta le società edilizie raddoppiano. Nel 1978 Milano Due Spa. Sono gli anni del terrorismo e del timore dei sequestri -celebre la sua foto con il revolver sulla scrivania-,tramite l'avvocato siciliano Marcello Dell'Utri, assume Vittorio Mangano come “stalliere” della villa di Arcore. Precedentemente già condannato per traffico di stupefacenti ed estorsione, legato a Cosa Nostra.
Uomo di talento investe nell'editoria televisiva acquistando Telemilano che diventerà Canale5 e fu l'inizio del suo impero, godendo dell'appoggio di Craxi che con 3 decreti gli permise la trasmissione nazionale che aveva fatto senza concessione, o l'autorizzazione amministrativa grazie all'utilizzo delle famigerate videocassette. La legge Mammì regolamentò il settore. Alla dissoluzione del pentapartito fondò: "Forza Italia. Associazione per il buon governo". Sottoscrissero l'atto di fondazione lo stesso Berlusconi con Marcello dell'Utri, Antonio Martino, Gianfranco Ciaurro, Mario Valducci, Antonio Tajani, Cesare Previti e Giuliano Urbani, tutti uomini fidati li conosceva sin tempi dell'università o erano a lui molto vicini.
In tre decenni ha fagocitato innumerevoli delfini da lui stesso nominati, si ricordano: Fini, Fitto, Alfano, Toti e Carfagna. Ha sdoganato il partito post fascista MSI-DN con l'endorsment a Gianfranco Fini dichiarando che se avesse potuto lo avrebbe votato quale candidato a sindaco di Roma. Nel 1994 si candida alle politiche nazionali, a nord con la Lega, al sud con il Msi/An, fu un successo che lo portò a palazzo Chigi. Innumerevoli le gaffe politiche a sua protezione, da Ruby nipote di Mubarak alle leggi Calderoli Gasparri e Cirielli, aggiungendo il condono fiscale, l'indulto e il legittimo impedimento. Il successo del vertice di Pratica di Mare di non belligeranza tra Nato e Russia, alla luce di ciò che sta accadendo in Ucraina fu un bluff magistrale di Putin, a tutt'oggi amico del Cavaliere. Va bene tutto: ma il Troppo storpia.
Vittorio Alfieri