Un evento storico. Per la prima volta, Giuseppe Cimarosa è stato invitato a parlare della sua esperienza in una scuola di Castelvetrano. Non in una qualunque, ma alla Ruggero Settimo, dove il boss Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso 16 gennaio, ha fatto le elementari. E’ la scuola che ha cominciato l’iter per l’intitolazione al piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Santino, rapito, ucciso e sciolto nell’acido dalla mafia, col concorso dell’ex latitante.
Giuseppe Cimarosa, figlio del pentito Lorenzo, cugino acquisito di Messina Denaro, da anni viene invitato dalle scuole di tutta Italia per parlare della sua storia. Non era però mai accaduto a Castelvetrano, ecco perché quello di martedì scorso può essere definito un evento storico.
“Una decina di giorni fa ho ricevuto la telefonata di un’insegnante della scuola, Angela Scirè, che conoscevo già, e mi ha chiesto se fossi stato interessato ad incontrare gli alunni – spiega Cimarosa - Ho subito detto di si e, dopo aver condiviso la cosa con la dirigente e gli altri insegnanti, abbiamo confermato l’incontro. E’ stata per me un’esperienza emozionante: una settantina di bambini delle ultime due classi elementari, attenti, curiosi, che hanno fatto un sacco di domande”.
L’incontro è stato moderato inizialmente dalla vicepreside Maria Guzzo che è stata la maestra di Giuseppe Cimarosa, avendo cominciato ad insegnare in quella scuola a soli 22 anni. Poi ha continuato la maestra Scirè.
Tra le tante domande, non è mancata quella su cosa ne pensasse dell’intitolazione della scuola a Giuseppe Di Matteo. “Per me è una scelta di grande valore - ha risposto Cimarosa - Prima perché si trattava soltanto di un bambino innocente e poi perché è stato rapito e ucciso con il concorso di Matteo Messina Denaro”.
Gli abbiamo fatto 3 domande.
Qual è la cosa che ha voluto maggiormente sottolineare?
“Ho spiegato ai bambini che nel nostro territorio forse non si può continuare a parlare di mafia in generale, ma bisogna prendere le distanze dai ‘nostri’ mafiosi, da quelli che abbiamo qua e hanno rovinato il nostro territorio: i Messina Denaro e tutti i suoi fiancheggiatori”.
Perché questa scuola è un simbolo importante?
“Non solo perché è quella che ha frequentato il boss, ma anche perché, proprio a pochi metri abita una delle sorelle di Messina Denaro, oltre alla famiglia di un’altra sorella. Se si fossero affacciati alla propria finestra, avrebbero sentito il mio intervento al microfono”.
Spesso ha percepito il marcato isolamento da parte della città. Oggi possiamo parlare di un segnale in controtendenza?
“Sì, le cose stanno cominciando a cambiare, questo è certamente un grande segnale positivo. Non posso essere sicuro che l’intera città sia cambiata, ma è un enorme passo avanti che mi ha reso felice”.
Egidio Morici