Indagando sull’incendio che, nel gennaio del 2022, devastò il ristorante “Biutiful Bistrot”, i carabinieri di Trapani non solo sono riusciti ad individuare il presunto autore, ma anche a scoprire, intercettando e pedinando l’uomo accusato di aver appiccato il fuoco, una rete di spaccio di cocaina, crack e hashish nel quartiere di Villa Rosina.
A gestirla, la “Zia Rosa” – così gli assuntori chiamano Rosa Cordaro di 62 anni, assieme al figlio Pietro Cusenza di 35 anni. Entrambi ora sono in carcere dopo essere stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale del capoluogo che ha condiviso le risultanze investigative raccolte dai militari dell'Arma.
A condurli dritti ai due pusher, Alfredo Cammarata che nel maggio del 2022 è stato arrestato in quanto ritenuto responsabile del rogo al locale.
Cammarata – dicono gli inquirenti – fa uso di cocaina, crack e hashish e si rifornice nelle “piazze” di San Giuliano, Milo e Villa Rosina. E proprio a Villa Rosina si recava a casa della “Zia Rosa”, detta anche “la vecchia”, e del figlio per comprare le dosi che era solito consumare assieme assieme alla fidanzata, all'epoca dei fatti minorenne, e ad una coppia di amici, tutti identificati dai militari dell’Arma.
L’auto con a bordo la comitiva è stata più volte notata dagli investigatori, che tenevano d’occhio Alfredo Cammarata nell'ambito delle indagini sull'incendio al ristorante, ferma davanti l’abitazione di Rosa Cordaro e di Pietro Cusenza, in via Delle Oreadi. Un appartamento blindato, munito di grata di ferro davanti alla porta e di telecamere per monitorare l'eventuale arrivo delle forze dell'ordine.
E dall'attività investigativa è anche emerso che in una circostanza sulla macchina c’era anche una bambina.
Alfredo Cammarata conosceva da tempo Pietro Cusenza. “Una volta – racconta agli amici, ignorando di essere intercettato – io a lui gli ho fatto recuperare 100 mila euro... a questo coso che sembra topo Gigio. L'indomani siamo stati tutti chiamati in questura. A me mi avevano subito messo le manette. Mi hanno detto di consegnare l'arma con la quale avevo sparato. Io gli ho detto che non avevo sparato a nessuno e loro mi hanno sottoposto alla prova per verificare se avevo sparato. Subito mi hanno liberato poiché non è stata rilevata traccia di polvere da sparo nelle mie mani”. Ad Alfredo Cammarata, Rosa Cordaro e Pietro Cusenza dovevano vendere “solo roba buona perchè pure le mutande gli vado a strappare”. In particolare il giovane pusher aveva un occhio di riguardo per Cammarata: “Ci ha dato roba buona e il doppio. Ne abbiamo preso 25 euro e lui me ne ha dato il doppio”.
Nonostante la “roba buona”, però, una notte è accaduto che la fidanzata di Cammarata si è sentita male dopo aver assunto, verosimilmente crack. “Mi hai fatto vedere i sorci verdi... tremavi... facevi... dicevi... Non è per te. Stop”.
Capitava, però, che a bussare alla porta dei pusher fosse anche la fidanzata di Cammarata che durante l'acquisto di una dose fu vittima di un equivoco: venne scambiata dalla “Zia Rosa” per una prostituta. Lei stessa una volta salita in auto, con la droga appena comprata, manifesta il suo disappunto agli amici
"E di morrire sta vecchia....Mi ha scambiato per qualche pulla". Poi, però, mi ha chiesto scusa per non avermi riconosciuta".