“Mi cacci? E io ti demolisco casa”. Per 30 anni occupano abusivamente una casa che si erano impegnati a comprare. Ma che non hanno mai pagato. Alle richieste dei proprietari di onorare gli impegni o di lasciare casa rispondevano con minacce. All’ordine di sfratto, hanno risposto con la ruspa. E così, il giorno prima dello sfratto, hanno demolito di sana pianta la casa. E’ successo a Mazara del Vallo, ed è una storia di minacce e di prolungata prepotenza ai danni di una famiglia che con tanti sacrifici aveva costruito una casa che dei tipi decisamente poco raccomandabili hanno letteralmente distrutto.
Tutto inizia trent’anni fa, è il 1992. Una famiglia di Mazara del Vallo decide di vendere un terreno con un immobile. L’accordo viene trovato con un’altra famiglia, viene fatto il cosiddetto “compromesso” e pattuito il prezzo: 90 milioni delle vecchie lire.
I futuri acquirenti, nonostante non avessero pagato nè fosse stata confermata ancora la compravendita, prendono possesso del terreno e dell’immobile. Iniziano a viverci insomma. Ormai la ritengono casa loro. Scaduto il periodo del preliminare di vendita l’affare, formalmente, non si conclude. Non viene fatto nessun atto di vendita, insomma. Nè viene firmato un contratto di comodato o locazione. La casa però è ormai stata occupata. I proprietari per gli anni successivi rincorrono gli occupanti che rispondono con promesse di pagamento e di chiusura dell’accordo. Ma intanto stanno lì. Alla morte dell’acquirente subentra nell’occupare la casa il figlio e la sua famiglia. Le cose peggiorano. E’ gente non proprio ragionevole, ed ha alle spalle non pochi problemi con la giustizia. I proprietari temono ritorsioni.
Alle richieste di onorare gli impegni rispondono con le minacce. Allora si va alle vie legali. Non c’è altra soluzione pacifica. Nel corso degli anni sono state fatte diverse denunce. Nel 2021 una sentenza del Tribunale di Marsala certifica che quel terreno e quella casa deve essere liberata da chi la sta occupando, a questo punto, abusivamente
La sentenza non viene rispettata dagli occupanti. Anzi, le cose peggiorano. Aumentano le minacce. “Una volta sono venuti nei luoghi in cui lavoriamo due persone per conto loro facendoci capire che non dovevamo insistere nel chiedere indietro la nostra casa”, racconta uno dei componenti della famiglia vittima della prepotenza criminale degli occupanti. “Volevano darci 15 mila euro per una casa che ne valeva 150 mila”.
Ma la famiglia è determinata. “Siamo andati più volte con l’ufficiale giudiziario per far sgomberare la casa. E chiedevano tempo. Dicevano che stavano cercando casa per trasferirsi e che avevano bisogno di tre mesi. Questo un paio di volte”. Hanno fatto anche istanza al giudice, per sospendere l’ordine di sfratto. Ma è stato rigettato tutto. Non c’è scelta. Il 17 marzo è la data in cui gli occupanti devono lasciare casa. Quattro giorni prima, il 13 marzo, la vicina di casa chiama i proprietari: “c’è una pala meccanica che sta demolendo casa vostra”. Proprio così. “Nè tu, nè io”. Non potendo tenere casa, e non volendo lasciarla, gli occupanti la buttano giù. La demoliscono. La radono al suolo in poche ore. I proprietari arrivano sul posto con i carabinieri che li colgono sul fatto, ancora sull’escavatore acceso.
Scatta la denuncia. Ma la casa è andata. “Anni di sacrifici sono andati distrutti, e purtroppo è venuta un po’ a mancare la fiducia nella giustizia. Non siamo stati tutelati. E questa gente è ancora a piede libero”.