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20/03/2023 06:00:00

Alcamo, i concorsi truccati per entrare nei Vigili del Fuoco. Si decide sul rinvio a giudizio

Dovrebbe tenersi oggi l’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio degli indagati nell’inchiesta sulle assunzioni pilotate nei vigili del fuoco, in polizia di Stato e nella Penitenziaria. Una concorsopoli che partiva da Alcamo, e per la quale pende la richiesta di rinvio a giudizio per 26 persone davanti al Gup del Tribunale di Trapani.


L’udienza di oggi, però, slitterà certamente a causa del legittimo impedimento di uno dei difensori, l’avvocato Saro Lauria, il gup dovrà fissare un’altra data.

L’inchiesta suscitò grande clamore. Riguardava infatti una serie di raccomandazioni e mazzette per superare i concorsi in polizia e nei vigili del fuoco. Il tutto con epicentro Alcamo, per poi coinvolgere soggetti di altre città.

L’indagine, avviata dai Carabinieri nel giugno 2020, prende le mosse da indagini dalla Sezione Forestale presso la Procura di Trapani su presunti episodi corruttivi per il superamento delle prove d’esame (svolte tra il 2017 e il 2018) di alcuni concorsi pubblici.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Giuseppe Pipitone direttore ginnico sportivo e vice dirigente del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, sfruttando sia le proprie conoscenze all’interno delle amministrazione pubbliche che il fatto di essere stato nominato in una delle sottocommissioni d’esame per le prove psico-motorie, si sarebbe impegnato a “sponsorizzare” alcuni candidati nelle diverse prove concorsuali, nonché a preparare fisicamente gli stessi, a fronte della promessa e successiva dazione di denaro (fino a 3500 euro a candidato per un posto nei vigili del fuoco e 5000 euro nella polizia).

In sintesi, secondo l’ipotesi accusatoria, Pipitone (che venne arrestato) avrebbe celato dietro un’apparente scuola di preparazione per concorsi, un vero e proprio meccanismo illecito di collocamento nella pubblica amministrazione avvalendosi dei propri contatti con soggetti che rivestivano ruoli essenziali nelle procedure concorsuali in vari corpi dello Stato, in primis quello di appartenenza.

Tra i soggetti che, a vario titolo, avrebbero contribuito a falsare i concorsi, risultano complessivamente 10 dipendenti di diversi Corpi dello Stato, tra cui un Ispettore dei Vigili del Fuoco (poi sospeso dal servizio per altro procedimento analogo iscritto presso la Procura di Benevento), due poliziotti  e gli stessi presunti corruttori, risultati vincitori di concorso grazie alle ipotizzate “sponsorizzazioni”.

Ingegnere alcamese di 54 anni, dirigente dei Vigili del Fuoco, Giuseppe Pipitone, è stato incaricato per svolgere il ruolo di vice direttore negli Staff Didattici dell'89^ corso Allievi Vigili del Fuoco per la Regione Sicilia e questo nonostante si trovava sotto indagine proprio per aver truccato il concorso per i vigili del fuoco (qui la notizia di Tp24 di due anni fa).

Sono in particolare tre i concorsi sui quali si è concentrata l’attenzione degli inquirenti dell’Arma e riguardano oltre a quello dei vigili del fuoco anche un concorso di polizia e uno di polizia penitenziaria. Nel 2016 quello per 250 posti di vigile del fuoco, nel 2017 erano, invece, 1148 i posti di agente di polizia e nel 2019, quello a 197 posti di agente penitenziario. Il tariffario prevedeva la somma di 3.500 euro per l’idoneità di vigile del fuoco e poliziotto penitenziario. Un trasferimento in sede gradita nella polizia costava fino a 5.000 euro. Nelle duecento pagine di ordinanza del gip viene riportato il fatto che nel computer di Pipitone c’è in particolare un file datato 21 febbraio 201 con delle fotografie che riportavano le domande su diversi argomenti e a toccare alle domande vi erano dei segni.