Dopo tanti lustri di “8 Marzo” in giro per l’Italia e nel mondo, mi sono convinta che l’unica maniera per accelerare il processo di parificazione tre i sessi sia quello di cambiare radicalmente “uditorio”. Non ha più senso che le donne si riuniscano per parlare alle donne. Sono rimaste poche le sprovvedute a non conoscere i propri diritti e a farli valere.
Bisogna parlare soprattutto ad una audience maschile.
E’ l’universo maschile ancora tanto ignorante sui diritti delle donne. Ignoranti (o pseudo tali ) per convenienza, poiché guai a cedere potere! Ma anche ignoranti per educazione ricevuta.
Perciò, il secondo destinatario dei dibattiti-cortei di questa giornata ( e non solo) dovrebbero essere le madri dei figli maschi. Purtroppo è ancora molto comune che la donna -una volta diventata madre – dimentica delle sue scalate sofferte e dei torti subiti dall’uomo, si trasformi in una cattiva trasmettitrice di abitudini e consuetudini maschili. Dopo, la scuola può fare ben poco!
C’è poi un’altra notazione che mi va di fare dopo tanti tanti “8 Marzo”.
A vent’anni pensavo che tutte le donne dovessero essere giustificate e difese.
Oggi con più saggezza riconosco che ci sono tante donne che non possono e non debbono essere assolutamente giustificate e difese: le mafiose, le violenti, le prostitute, le madri che difendono i figli che spacciano, le sboccate, le bestemmiatrici, le stalkers, le donne che corrompono o si fanno corrompere, quelle che si spogliano sui social, le influencer che mettono in piazza la propria vita privata, la donna che copia il maschio, la donna che invidia un’altra donna, la donna che guida ubriaca, la donna di potere senza scrupoli e in malafede, le donne del Sud che parlano male del Sud, la donna che non vuole studiare, le single acide e cattive, le malate che odiano tutti i sani, le codarde competenti che si tirano indietro lasciando spazi a maschi incompetenti, le manichee convinte che si possa essere o geisha o madre, senza alternativa.
Queste sono solo alcune categorie di donne sicuramente colpevoli nei confronti della società per debolezza-omissione-reati. Perché difenderle?
Paola Prizzi Merljak