A portare gli inquirenti all’arresto di Matteo Messina Denaro sarebbe stata dunque la sorella Rosalia, arrestata all’alba di ieri mattina. Ma anche una bella dose di fortuna, che ha permesso agli investigatori di poter usare a proprio vantaggio una circostanza inaspettata: il ritrovamento, il 6 dicembre 2022, di un particolare pizzino nella casa in cui viveva la donna che “ha colpevolmente evitato – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare - di distruggere alcuni dei ‘pizzini’ ricevuti dal fratello o comunque, ne ha trascritto il contenuto su appunti manoscritti e occultati nella sua abitazione in Castelvetrano e nella sua casa di campagna a Contrada Strasatti di Campobello di Mazara”.
Un appunto trovato dentro una gamba cava di una sedia di alluminio, proprio dove i tecnici avrebbero voluto mettere una microspia autoalimentata.
Il foglietto, che era un vero e proprio diario clinico e che non poteva che riferirsi al fratello latitante, è stato fotografato e rimesso nello stesso posto. Da lì le ulteriori indagini, che poi sono culminate nell’arresto del successivo 16 gennaio quando, tornati a perquisire la casa di Rosalia, ritrovarono il pizzino ancora lì, nello stesso posto dove lo avevano lasciato.
Certo, durante le attività investigative dell’intero 2022, si era già avuto il sentore, attraverso le intercettazioni, che il boss stesse male e che potesse “soffrire di una violenta riacutizzazione di alcune malattie croniche che interessavano il colon (definite di volta in volta ‘colite ulcerosa’ o ‘morbo di Crohn’)”. Ma quel pizzino, aveva fatto la differenza. C’era scritto tutto: tipo di tumore, data del ricovero, data dell’intervento, riacutizzazione…
Una miniera di informazioni preziose scoperte per caso, grazie all’esigenza di piazzare quell’ambientale proprio lì, in quella gamba. Di quella sedia. Se pensiamo che nella casa potevano esserci un sacco di altri posti dove piazzarla, ci rendiamo conto di come la sorte abbia deciso di premiare gli sforzi degli investigatori. Se avessero deciso invece di occultarla dentro un interruttore o una presa di corrente, forse le cose sarebbero andate diversamente.
“Molti dettagli non li posso rivelare, ma quando saranno disvelati sarà ancora più chiaro per tutti” aveva detto il tenente colonnello Andrea Pagliaro, del comando provinciale dei carabinieri di Trapani. Dal palco del concertone di Selinunte, Franco Nuccio gli aveva chiesto di fare chiarezza su questo arresto, dopo le dietrologie di chi aveva detto che il boss si era consegnato.
Eppure, in un pizzino sequestrato nel 2006, quando catturarono Bernardo Provenzano, Matteo Messina Denaro scriveva profeticamente: “Qui hanno arrestato anche le gambe delle sedie e non abbiamo più potere contrattuale”. 17 anni dopo, la sua cattura è avvenuta proprio a causa della gamba di una sedia, “armata” (ironia della sorte) dalla sorella Rosalia.
“Dunque la progressione investigativa che ha condotto allo storico risultato della cattura dell’ultimo grande stragista – si legge ancora nell’ordinanza - è stata originata da uno scritto, improvvidamente custodito, sebbene abilmente occultato, proprio da ‘Rosetta’”.
Egidio Morici