Da Trapani a Marsala, ad Alcamo. Gli ospedali della provincia soffrono ancora l’emergenza della carenza di personale medico e infermieristico. Particolarmente avvertita è la carenza di organico nei pronto soccorso degli ospedali trapanesi. Per far fronte alla carenza di medici l’Asp di Trapani ha pensato, come previsto dalla legge, di indire un bando per reclutare “camici bianchi” dall’estero, anche da paesi all’esterno dell’Unione Europea.
Ad esempio, sono appena nove medici in servizio al Pronto soccorso dell'ospedale Sant'Antonio Abate di Trapani, sui 19 previsti dalla pianta organica.
Un impegno per il personale dell'area emergenza non da poco, quello di dover fare il lavoro per due. Un impegno stressante, ancor di più perchè sono loro, i medici e il personale sanitario, a stare in prima fila davanti ai pazienti che, giustamente, si lamentano per i ritardi, inevitabili, nell'assistenza.
Degenti e parenti che a volte si rendono protagonisti, però, di aggressioni e minacce nei confronti del personale ospedaliero.
I numeri della carenza dei medici e degli infermieri nella sanità della provincia di Trapani parlano chiaro, di quanto sia importante l'emergenza, aggravata da una raffica di mobilità e pensionamenti negli ultimi anni. Nei pronto soccorso medici e infermieri sono 47 su 73 previsti.
In questi mesi per tamponare l’emergenza sono stati impiegati, nei turni dell’area emergenza-urgenza, anche medici di altre unità operative. Si è cercato, insomma, di spalmare il carico di lavoro tra tutto il personale.
Per risolvere un po’ la carenza di organico, però, l’Asp di Trapani ha pubblicato un bando per reclutare medici extracomunitari. Dottori che, quindi, arriverebbero da paesi al di fuori dell’Unione Europea. Da un medico cubano e da uno marocchino sono le prime candidature arrivate in risposta all’avviso pubblicato dall’Asp.
L'Asp di Trapani ha infatti avviato una partnership con l'Associazione medici di origine straniera (Amsi) in Italia ed il "Movimento Uniti per Unire" che raggruppa i medici iscritti agli ordini dei medici italiani e gli operatori sanitari di origine straniera operanti in Italia provenienti dalle più svariate località del mondo, monitorando in tempo reale la situazione della sanità.
"La carenza di medici specialistici e infermieri è una criticità che ha assunto proporzioni mondiali - dice Foad Aodi, presidente Associazione medici di origine straniera in Italia e Unione medica Euromediterranea e membro commissione salute globale della Fnomceo, insieme al Movimento Uniti per Unire -.Sono certo che la collaborazione avviata tra l'Associazione medici di origine straniera in Italia e l'Asp Trapani consentirà di arginare il problema. In Italia sono oltre 77.500 professionisti di origine straniera ed è difficilissimo per loro lavorare nel settore pubblico perché il 65% non ha la cittadinanza italiana, si tratta per lo più di medici e infermieri, 22mila e 38mila. E poi odontoiatri, fisioterapisti, farmacisti, psicologi, tecnici radiologi. Un patrimonio umano prezioso - aggiunge - ma purtroppo otto su dieci lavorano nelle strutture private e solo il 10% riesce a servire nelle strutture pubbliche. Quasi tutti i concorsi, infatti, hanno come prerequisito la cittadinanza italiana".
"La direzione aziendale, in una più ampia ottica finalizzata al rafforzamento dell'attività assistenziale sul territorio per garantire l'erogazione delle prestazioni, ha attivato una procedura di reclutamento volta alla formulazione di un elenco di idonei per assunzioni a tempo determinato nei presidi ospedalieri aziendali", sottolinea Vincenzo Spera, commissario straordinario Asp Trapani. Le figure professionali richieste sono: dirigente medico di medicina d'urgenza e pronto soccorso; dirigente medico di medicina generale e dirigente medico di cardiologia.
Nel frattempo, dal 15 marzo, al Sant'Antonio Abate sarà nuovamente attivo un posto di polizia.
Situazione complessa anche all’ospedale di Marsala. “Abbiamo appreso della notizia di prossime assunzioni, sia pure a tempo determinato, di medici specialistici da parte dell’Asp di Trapani, che ovviamente non possiamo che cogliere positivamente. Ci chiediamo perché non allargare la maglia anche al personale infermieristico e figure professionali di pronto intervento per rimpinguare la pianta organica dell’ospedale Borsellino di Marsala”. Ad affermarlo è Antonio Chirco responsabile comunale Cisl Marsala. “Certo è che bisogna rafforzare con investimenti mirati quei reparti da anni trascurati, altrimenti sostituiti dalla sanità privata, con l’amaro risultato di aggravare bilanci familiari già indeboliti dal carovita. Sarebbe il caso dunque che la direzione dell’Asp di Trapani faccia una valutazione sul personale del pronto soccorso del nosocomio marsalese, perché sappiamo che tra la pandemia e le lunghe liste d’attesa, tanti cittadini bisognosi di assistenza hanno rinunciato a farsi curare”.