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25/02/2023 16:00:00

Sanità, successo per la manifestazione contro le lunghe liste d'attesa. I precari Covid scendono in piazza

 Partita ieri a Palermo la crociata del Codacons per il diritto dei cittadini ad essere curati in tempi brevi. Infatti, la decisione dell’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, di ridurre i fondi della spesa sanitaria regionale 2022 di circa 30 milioni di euro, e quindi di ridurre l’assegnazione dei fondi alle strutture private convenzionate avrà, quale conseguenza, quella di allungare le liste d’attesa. In sostanza ci rimetteranno gli ambulatori specialistici e i laboratori d’analisi, che garantiscono l’82% delle prestazioni annuali erogate dal sistema sanitario regionale, ma prima di tutti ci rimetteranno i pazienti siciliani. Per questo il Codacons, da sempre schierato a favore dei malati, ha risposto manifestando a Palermo insieme alla intersindacale della specialistica convenzionata esterna e al coordinamento intersindacale CIMEST, e annunciando oggi la "TASK FORCE SANITÀ”, che – spiega Francesco Tanasi, Segretario Nazionale del Codacons - è un pool di avvocati, esperti, medici e medici legali nato dalla collaborazione di CODACONS, Codacons Medici, Articolo 32 AIDMA (Associazione Italiana per la Tutela dei diritti del malato), Orion, Osservatorio Sanità Sicilia, LDC Lega Difesa del Cittadino, Confeuropa Consumatori, Avvocati in Europa e Consumatori Italiani per lottare uniti contro tutti i casi in cui viene negato il diritto alla salute. E in particolar modo per combattere quando si è costretti ad attendere per una visita specialistica o a pagare per poter essere curati.

La TASK FORCE SANITA' (taskforcesanita@gmail.com ) è la risposta delle associazioni alle continue richieste di intervento che vengono dai cittadini. D’altra parte, le lunghe liste d’attesa nel settore pubblico e privato convenzionato, spesso costringono i cittadini a scegliere tra il non curarsi e il pagare, anche se esenti, le prestazioni sanitarie privatamente. "In Sicilia - continua Tanasi - le attese per una mammografia, per un elettrocardiogramma, una risonanza, una Tac, per una visita oculistica, sono troppo lunghe e bisogna considerare l'impossibilità di moltissime famiglie siciliane nel far fronte, a propri spese, a controlli o visite specifiche. Questo disagio si trasforma, nella maggior parte dei casi, nella rinuncia alla prevenzione".

Il problema delle attese coinvolge, inoltre, anche il Pronto soccorso, che dovrebbe essere il primo presidio di emergenza a prestare aiuto tempestivo ai cittadini e che si trasforma, invece, quasi sempre in una sala d'attesa in cui l'urgenza è stabilita in modo arbitrario.

"In Sicilia – conclude Tanasi - il diritto alla salute, sancito dall'art. 32 della Costituzione italiana, viene molto spesso negato dalle assurde lungaggini della sanità pubblica siciliana. E' impensabile, infatti, che per esami importanti si debba aspettare molti mesi se non addirittura un anno con evidenti danni esistenziali per i cittadini che necessitano di controlli medici. Proprio perché le lamentele in questo senso sono davvero numerosissime chiediamo al Governo Regionale un aumento considerevole del budget da attribuire alla sanità privata siciliana, poiché quello oggi previsto non è sufficiente a coprire le prestazioni fornite dalle strutture private convenzionate, che già attualmente erogano prestazioni per circa 60 milioni di euro l’anno in extra budget non remunerato.

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“Il Coordinamento Regionale Professionisti Emergenza Covid-19 scende in piazza - Primo appuntamento a Palermo il 27 febbraio a Palazzo D’Orleans, si continua il 28 febbraio a Piazza O. Ziino” - “In seguito alle interlocuzioni portate avanti in questi giorni, ci dispiace constatare che, ancora oggi, a soli quattro giorni dalla scadenza dei contratti di oltre 2000 lavoratori, non si è individuata alcuna soluzione per la proroga. Tutto ciò dimostra, ancora, una totale mancanza di strategia organizzativa e visione di lungo periodo, che rischia di disperdere professionalità acquisite e far collassare nuovamente la macchina amministrativa della sanità siciliana.”

Per questo motivo, il Coordinamento Regionale Professionisti Emergenza Covid-19 Sicilia aderisce alle manifestazioni indette dalle sigle sindacali e programmate per il 27 e 28 febbraio invitando tutti i colleghi alla mobilitazione generale ed a scendere in piazza numerosi.”
Primo importante appuntamento il 27 febbraio 2023, alle ore 15.00 a Palermo a Palazzo D’Orleans, indetto da CGIL-CISL-UIL, in concomitanza del quale l’Assessore Volo ha convocato un tavolo tecnico con tutte le sigle sindacali.
“La scelta dell’assessore di convocare il tavolo tecnico nella stessa data ed alla stessa ora della manifestazione indetta – spiegano dal comitato – ci sembra un modo per cercare di depotenziare la protesta. Per questo, invece, sarà ancora più importante esserci ed il più numerosi possibili così da dare forza alle interlocuzioni che si porteranno avanti.”
La mobilitazione prosegue il 28 febbraio 2023, alle ore 9.00, sempre a Palermo, a Piazza O. Ziino sede dell’Assessorato alla Salute, stavolta indetta dalla FIALS, per continuare a tenere alta l’attenzione il giorno della scadenza dei contratti e dell’eventuale proroga degli stessi.
“L’atteggiamento dell’assessore – continuano dal comitato - è ancora più incomprensibile alla luce di quanto previsto con l’approvazione del cd. Decreto Milleproroghe che, per la prima volta, apre alla stabilizzazione del personale non sanitario impiegato per l’emergenza Covid. Manifesteremo per la proroga di tutti i contratti in scadenza il 28 febbraio al fine di garantire la continuità lavorativa ed il funzionamento dei servizi nelle aziende sanitarie –concludono dal comitato – per l’integrazione del
personale tecnico e professionale all' interno delle procedure di stabilizzazione già previste per il personale sanitario, socio-sanitario e amministrativo, per l’impiego del personale assunto per l’emergenza COVID nelle attività ordinarie e per il reintegro di tutti i lavoratori i cui contratti sono stati risolti, ingiustamente, prima della naturale scadenza. In quanto coordinamento, sosterremo tutte le sigle sindacali che hanno deciso di spendersi per la nostra causa e la nostra battaglia e annunciamo che saremo in piazza accanto a loro sia il 27 febbraio che il 28 febbraio. Questo è solo il primo passo e, se sarà necessario, presidieremo le piazze ad oltranza affinché la nostra causa, il riconoscimento della dignità della nostra professionalità e il nostro contribuito all'interno
delle varie Aziende Sanitarie sia riconosciuto.

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CIMEST: In Sicilia diritto alla salute negato, da Volo vogliamo fatti concreti - "Il diritto alla salute dei siciliani è a rischio. La specialistica accreditata esterna siciliana non è più in grado, a queste condizioni, di sostenere da sola il peso dell’intero sistema sanitario regionale. Da oggi in poi saremo costretti a sospendere il 20 di ogni mese l’erogazione delle prestazioni gratuite". A dirlo sono i coordinatori del CIMEST (Coordinamento Intersindacale della Medicina Specialistica ambulatoriale di territorio) Salvatore Gibiino e Salvatore Calvaruso al termine della manifestazione che si è tenuta oggi in piazza Ziino a Palermo, davanti la sede dell’assessorato regionale alla Salute, al culmine dei quattro giorni di stato di agitazione della specialistica accreditata siciliana che ha fatto saltare solo nella giornata di oggi oltre 250mila prestazioni sanitarie.

Più di 4000, tra medici, professionisti del comparto e dipendenti delle oltre 1800 strutture che erogano l’82% di tutte le prestazioni specialistiche sul territorio siciliano hanno gremito piazza Ottavio Ziino per protestare contro il sottofinanziamento della specialistica accreditata esterna siciliana e contro i provvedimenti dell’assessorato regionale alla Salute, al culmine di quattro giorni di sciopero. A loro si sono uniti semplici cittadini e i volontari del Codacons guidati dall’avvocato Paolo di Stefano, vicepresidente regionale del Codacons Sicilia, in una manifestazione che è culminata con la consegna simbolica delle chiavi degli studi e degli ambulatori.

“Abbiamo depositato le chiavi dei nostri studi presso l’assessorato – spiegano Gibiino e Calvaruso - affidando con un gesto simbolico la sorte delle nostre strutture, dei nostri dipendenti e soprattutto quella dei nostri assistiti nelle mani dell’assessore Volo e della giunta Schifani. Spetterà a loro uscire dalle loro camere dorate e salvare la sanità regionale e garantire l’accesso alle cure per tutti i siciliani, riaprendo le porte dei nostri ambulatori ai pazienti che hanno bisogno di accertamenti diagnostici e prestazioni specialistiche e sono costretti ad attendere mesi o addirittura anni”.

"In Sicilia – ha commentato il Segretario Nazionale del Codacons Francesco Tanasi - il diritto alla salute, sancito dall'art. 32 della Costituzione italiana, viene molto spesso negato dalle assurde lungaggini della sanità pubblica siciliana. È impensabile, infatti, che per esami importanti si debba aspettare molti mesi se non addirittura un anno con evidenti danni esistenziali per i cittadini che necessitano di controlli medici. Proprio perché le lamentele in questo senso sono davvero numerosissime chiediamo al Governo Regionale un aumento considerevole del budget da attribuire alla sanità privata siciliana, poiché quello oggi previsto non è sufficiente a coprire le prestazioni fornite dalle strutture private convenzionate, che già attualmente erogano prestazioni per circa 60 milioni di euro l’anno in extra budget non remunerato”.

“L’assessore Volo ci ha detto che cercherà di individuare risorse aggiuntive per ripianare la riduzione di 32 milioni di euro dell’aggregato del 2022 rispetto al 2021. Per l’aggregato del 2023 entro 15 giorni rifarà la programmazione sanitaria valutando di modificare l’assegnato. Gli ambulatori aderenti al Cimest pur apprezzando la disponibilità da parte dell’assessore, in assenza di risultati tangibili, saranno loro malgrado costretti a sospendere l’erogazione delle prestazioni in convenzione all’estinguersi dell’esiguo budget mensile a disposizione”, hanno concluso i coordinatori del CIMEST, ricevuti al termine della manifestazione dall’assessore alla Salute.