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20/02/2023 14:37:00

Nave Iuventa abbandonata e saccheggiata al porto di Trapani. C'è l'esposto in procura

L'equipaggio della Iuventa ha presentato una denuncia alla Procura di Trapani lo scorso 13 febbraio per "sollecitare un'indagine in merito all'abbandono e al deterioramento della nave di soccorso" che è stata sequestrata nell'estate del 2017. "L'equipaggio ha salvato più di 14.000 migranti in pericolo.

Oggi, dopo quasi 5 anni in custodia forzata presso la Capitaneria di Porto di Trapani, la Iuventa giace abbandonata, saccheggiata e in gran parte distrutta. Al momento rischia di affondare, rappresentando una vera e propria minaccia per l'ambiente", afferma una nota dell'equipaggio.

"La relazione che ha fatto seguito all'ispezione tecnica effettuata nell'ottobre 2022, commissionata dagli armatori della nave e autorizzata dal Gip di Trapani, indica che "Una volta a bordo è evidente che la nave si trova in uno stato di totale abbandono dalla data del sequestro" poiché "non è stata effettuata alcuna manutenzione ordinaria o straordinaria". Secondo il rapporto agli atti, c'è il rischio che parti essenziali della nave non siano più in funzione, mentre altre sono state rubate", prosegue la nota. In seguito a questa indagine, il gip di Trapani ha ordinato, a dicembre scorso, la riparazione e la manutenzione della nave Iuventa. Secondo Nicola Canestrini, avvocato della Iuventa: "L'omessa custodia secondo la legge italiana è reato. Ci attendiamo un'indagine approfondita che stabilisca se e chi non ha adempiuto al proprio dovere di preservare la perfetta funzionalità della nave di soccorso sequestrata dalle autorità, ormai in stato di completo abbandono".

 «Con il sequestro della Iuventa - dichiara Sascha Girke, imputato della Iuventa - lo Stato Italiano non solo ha ridotto le capacità della flotta civile di soccorso in mare ma, abbandonando la motonave, ha distrutto un bene che avrebbe potuto salvare altre vite. Indubbia la connotazione politica di tali azioni; è un altro esempio del disprezzo per la vita delle persone in movimento e dell'ostinazione a impedirne la sopravvivenza. In un contesto in cui le politiche del governo e dello Stato italiano sono ossessionate dall'ostacolare le operazioni della flotta civile del soccorso in mare, violando direttamente e indirettamente i diritti fondamentali delle persone in movimento, compreso il diritto alla vita, consideriamo la confisca dei mezzi di soccorso e la loro distruzione parte della stessa strategia».



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