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12/02/2023 06:00:00

Di notte, e col voto segreto, i deputati regionali siciliani si sono aumentati lo stipendio

Quando si dice che la politica non guarda l’attualità e vive dentro al palazzo dorato, che nel frattempo diventa un modo per essere ancora più distanti dai cittadini.
Quello che è accaduto in Sicilia ne è l’esempio, nessuno più sarà legittimato a lamentarsi quando gli elettori diserteranno le urne, quando non vorranno partecipare attivamente, quando diranno che sono tutti uguali.

Il fattaccio si è consumato pochi giorni fa, riguarda l’aumento della indennità per i 70 deputati regionali, a quello che già guadagno ogni mese, siamo sui 11.200 si aggiunge la cifra di altri 860 euro, si chiama scatto istat, adeguamento al caro vita. Come se l’aumento dei prezzi fosse patito da chi vive già con uno stipendio privilegiato e non da chi, ad esempio mono reddito, deve camparci una famiglia con figli o senza, pagarci il mutuo, le utenze, la spesa, il carburante, le medicine.

Questo caro vita vale per i deputati, non vale per il cittadino che deve continuare a soffrire, qualche volta a sperare che questi lì, all’ARS, siano capaci di fare qualcosa a parte aumentarsi l’indennità.

Pure Giorgia Meloni si era innervosita per come la questione è stata gestita dal presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, e dalla pattuglia dei suoi deputati.
E’ irregolare quello che hanno fatto? No, perché lo prevede la legge regionale del 2014, la numero 1, che recita: "La misura del trattamento sia soggetta ad adeguamento secondo la variazione dell’indice Istat del costo della vita”.

Questo è previsto anche per i parlamentari nazionali, ma a Roma ogni anno gli uffici preposti bloccano lo scatto e lo sterilizzano, vanno avanti così dal 2006 ad oggi. In Sicilia, invece, i deputati hanno parlato di adeguamento opportuno.

Si è gridato allo scandalo, qualche deputato ha lanciato qualche provocazione ma alla fine il testo e, dunque, l’aumento è stato approvato nel silenzio della notte, con voto segreto. Metterci la faccia sarebbe stato troppo anche per Gianfranco Miccichè che ha replicato a Roma: “Non è la prima volta che Roma interferisce. Basta. Siamo considerati lo schifo del Paese, qualsiasi cosa facciamo. Basta. Con l'indennità da parlamentare arrivo a fine mese e chiedo scusa a chi purtroppo non ci arriva. Ma non ho ville, non ho yacht e non rubo, si è montato un polverone su un automatismo. Avrei evitato di chiedere il voto segreto, purtroppo però in quest'aula ci sono colleghi che hanno paura della demagogia". 

Dello stesso avviso Antonello Cracolici del PD: "Sono un uomo libero e non mi vergogno di dire che sono contro l'abolizione della norma e difendo l'autonomia di questa Assemblea".

Tutti favorevoli, del resto tra questi deputati e qualche assessore ci sono molti che nella loro vita non hanno mai fatto un giorno di lavoro. La politica come mestiere.