Si dice sempre che i giovani non amino il passato, e che cavalchino la moda come un’abitudine.
Non è vero, se si pensa che un gruppo di studenti, dell’Istituto Tecnico Commerciale “Gian Battista Ferrigno”, hanno deciso di costruire uno spettacolo che prima non esisteva, senza emulazioni, mode o abitudini, ma con la forza creativa e la fantasia. E per far questo hanno scelto un modello, una guida; non l’ultimo cantante dei talent, ma un’icona della televisione d’altri tempi: Raffaella Carrà.
Si comprende bene che i miti continuino a parlare con i giovani, quando li si vede e li si sente ballare e cantare ogni singolo brano, ogni canzone, ogni hit che negli anni 60, 70 e 80 ha costruito, mattone dopo mattone, nota dopo nota, la carriera e la storia di Raffaella Carrà.
Raffaella Maria Pelloni, all’anagrafe, cominciò la sua carriera con il cinema, ma amò follemente la televisione, al punto da condizionare epoche e costumi: dal caschetto biondo, all’ombelico scoperto in Rai, al Tuca Tuca, fino alla miscellanea con la disco music degli anni 80, la Carrà ha disegnato un profilo unico nel suo genere.
I ragazzi del “Ferrigno” – che festeggiano con questo allestimento, la loro cinquantesima “Rivista dei maturandi”, una tradizione tutta castelvetranese, che trasforma i giovani delle Scuole superiori in imprenditori del teatro, coreografi, scenografi e attori – hanno scelto Lei come icona del loro passaggio dall’adolescenza alla gioventù.
A guidarli in questa avventura Giacomo Bonagiuso che firma il testo, insieme a Giordana Firenze, Alessandra Sparacia e Benito Frazzetta e Rosanna Scaturro, e che accompagna i giovani in un allestimento di regia che si fonda, appunto, sulla invenzione delle situazioni sceniche. Nessun modello da emulare, nessuno spettacolo di successo da copiare o scimmiottare; ma una vera e propria esperienza teatrale, piena e talvolta difficile, in cui la sfida sta nel cantare, ballare, interpretare dal vivo tutto, senza inganni, cambiando costumi, trucchi e parrucchi, per dire grazie a Raffaella, che rappresenta col suo sorriso il sogno che questi giovani guardano dall’epoca millenials.
Un musical su raffaella Carrà non c’era: ne avevano annunciato uno che è stato sospeso per via del covid, e adesso è in allestimento un’opera lirica. Ma si è fieri che la prima di ogni prémiere si svolga a Mazara del Vallo, con giovani studenti di un Istituto Superiore della Città di Castelvetrano, che questa volta diventeranno essi stessi modello di futuri omaggi e future rappresentazioni. Ogni tanto è il bene che fa notizia! Anche se il bene, come il bello, è di certo più pudico e segreto dell’orrore e dell’abbandono.
Il 13 e 14 febbraio, alle ore 21.15, presso il Teatro Rivoli di Mazara (scelto perché il Selinus è ancora in restauro), questi giovani segneranno con “Raffa” il loro debutto in società.
A proposito di quest'esperienza, Giacomo Bonagiuso ha scritto: “Le ultime prove sono sempre la fine di un mondo e l'ingresso in un altro. Entri in prova ragazzino e ne esci ragazzo più consapevole. RAFFA, con Erika Cusumano interprete e vocal coach e Clara Errante Parrino e Annarita Licata, coreografe, e tutti i ragazzi e le ragazze del cast, è l'esempio a mio avviso di cosa dovrebbe essere una Rivista. Un'officina, un laboratorio, dove i ragazzi vengono soltanto guidati, mai invasi, o bypassati, per costruire il loro spettacolo. Consentite loro di crescere non è semplice. Bisogna alternare aiuto e solitudine, esserci e sparire. Consentire loro il tempo per comprendere e vederne il frutto nella autonomia che migliora, sfuma, perfeziona.
Hanno fatto i coreografi, i costumisti, gli scenografi, hanno dipinto, incollato senza avere costosi impiegati che fan tutto loro. Hanno fatto anche gli attori, i cantanti, i ballerini. E vi attendono il 13 e 14 febbraio al Teatro Rivoli di Mazara con tanta ansia e tantissimo amore, con il loro RAFFA”.