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09/02/2023 06:00:00

  Pnrr, più di 10 mila progetti in Sicilia. Ma i Comuni non sono preparati e i fondi sono a rischio

La Sicilia ha presentato oltre 10 mila progetti da finanziare con i fondi del PNRR. Ma il rischio è che i soldi vadano altrove. Il motivo è semplice, i Comuni non sono preparati, non hanno le competenze per occuparsi della progettazione. Così, come già da due anni si dice, l’isola rischia di perdere un treno importante.


Confartigianato Imprese Sicilia ha dedicato l’assemblea pubblica di qualche giorno fa proprio al tema del Pnrr, e ai tanti problemi che ci sono per utilizzare, bene, questi fondi.
Alcuni dati sono importanti per capire di cosa parliamo. Il primo: il 40 per cento delle risorse del Pnrr sono destinate al Mezzogiorno. Il secondo: Sono 10.195, per un importo di 16,6 miliardi di euro, i progetti (finanziati e non) registrati con il codice unico di progetto (Cup) nel 2022 dai Comuni siciliani nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Quest’ultimo dato è anche indice di vitalità della Sicilia in termini progettuali.

Però la pubblica amministrazione del Mezzogiorno “è il punto debole del Pnrr – ha detto il presidente regionale di Confartigianato, Daniele La Porta –. Da una ricerca della Fondazione con il Sud, emerge che i Comuni hanno poco personale, con un’età troppo elevata e con titoli di studio troppo bassi”.


Il rapporto di Confartigianato Sicilia sul Pnrr in collaborazione con l’Orep ha proprio messo in evidenza il tema legato alla mancanza di competenze nei Comuni siciliani. C’è una forte correlazione tra quantità/qualità delle risorse umane e capacità di utilizzare risorse straordinarie come il Pnrr. “I comuni del Mezzogiorno, almeno 34, sono nella parte bassa della classifica che sintetizza questo indice di performance – ha ribattuto Filippo Ribisi, vicepresidente di Confartigianato Imprese –. Occorre, certamente, che la Regione aumenti la capacità di progettazione reclutando professionalità adeguate per progettare e spendere le risorse del Pnrr, ma ci dispiacerebbe se questo si traducesse semplicemente in assunzioni non ponderate nella pubblica amministrazione. Quello che ci aspettiamo dalle istituzioni è che venga centrato appieno uno degli obiettivi principali del Pnrr ovvero l’eliminazione del divario territoriale Nord- Sud”.
I ritardi nella spesa riguardano soprattutto i seguenti settori:
Infrastrutture ferroviarie (soprattutto linee locali); Interventi sul dissesto idrogeologico; Digitalizzazione (Piano Italia 1 giga, Piano Italia 5G e Piano banda ultra-larga); Interventi su scuole e asili (il cui termine ultimo per le aggiudicazioni è slittato a settembre 2023).


Il dinamismo, dicevamo, della Sicilia è notevole. Qui in basso uno schema sui progetti presentati. In provincia di Trapani ne sono stati presentati 851 al dicembre 2022.

 

 

 

Ma un forte freno arriva dalle competenze dei Comuni siciliani. Dei 50 comuni nella parte bassa della classifica, in Italia, per capacità progettuali, 34 sono del Mezzogiorno. Tra questi ci sono anche Marsala e Trapani. Le amministrazioni, in sostanza, non hanno personale adeguatamente preparato per far fronte alla sfida del Pnrr,


 


Alcuni numeri sugli interventi nei diversi settori. Così si suddividono i progetti presentati.

 


Ma il problema principale, dicevamo, è la capacità e le competenze dei Comuni. “Confartigianato scende in campo, firmando anche un protocollo di intesa con l’Anci, per percorrere insieme un cammino di crescita che possa portare a uno sviluppo concreto del nostro territorio. Confartigianato si pone come partner delle imprese e della pubblica amministrazione per favorire il dialogo e la partecipazione, fondamentali affinché gli obiettivi del Pnrr vengano raggiunti in tempo e producano reali effetti sullo sviluppo in un quadro di trasparenza e legalità. In questo percorso, vogliamo essere protagonisti”.

Secondo il presidente di Confartigianato imprese, Marco Granelli, “il Pnrr deve esprimere l’ambizione di progettare e l’efficienza amministrativa di attuare rapidamente interventi di rilancio della competitività italiana, con il pieno coinvolgimento delle piccole imprese che rappresentano il 99 per cento del sistema produttivo italiano e di cui vanno sostenute la vitalità e la capacità di produrre valore artigiano”.