Un neonato di 4 mesi è morto annegato dopo essere caduto in mare da un'imbarcazione che stava naufragando, e che è stato poi soccorsa dalla guardia costiera a 42 miglia da Lampedusa.
Il bimbo è finito in acqua dopo che la madre, che lo stringeva in braccio, ha perso i sensi ed è morta a bordo. Anche un altro migrante, che sembrava essersi buttato in acqua per salvare il piccolo, in realtà è svenuto sul parapetto della barca ed è finito in mare.
Inizialmente, si era pensato che il bambino fosse morto a causa del freddo e che, per disperazione, la mamma lo avesse gettato in mare. Si era detto, inoltre, che un uomo si era tuffato in acqua sperando di recuperare il corpo del neonato e che era annegato fra le onde.
A fare chiarezza, ricostruendo cosa sarebbe accaduto sul barchino di 6 metri soccorso nella tarda serata di giovedì, è la procura di Agrigento. Per tutta la mattinata, i 41 dei 42 superstiti (uno è minorenne) sono stati ascoltati con i mediatori culturali. Le incomprensioni, dovute alla lingua, sono state chiarite: la donna non ha gettato in mare il cadavere del figlio, ma è morta e il neonato che sarebbe stato vivo è finito in acqua annegando.
Anche l'altro migrante che, in prima battuta, era stato detto si fosse buttato in mare per cercare di recuperare il corpicino del neonato, è svenuto ed essendo seduto sul bordo della barca è finito in acqua. I superstiti hanno raccontato che non mangiavano da giorni e che avevano anche finito l'acqua, tant'è che da diverse ore bevevano acqua del mare.
La procura, con a capo Salvatore Vella, ha disposto l'autopsia sugli otto cadaveri. L'esame si farà nella camera mortuaria dell'ospedale di Agrigento dove le salme, nei prossimi giorni, verranno trasferite.