Con gli uomini che ha ucciso, o fatto uccidere, potrebbe riempire un cimitero. Si vantava, nei suoi pizzini, Matteo Messina Denaro, dei tanti omicidi commessi. E tra le vittime, innocenti, di mafia, della ferocia del boss, c’è anche Rosario Sciacca.
La sua è una storia quasi dimenticata. Un dolore che i suoi familiari, a Partanna, hanno vissuto in questi anni con molta discrezione. Ma alla notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro hanno gioito, festeggiato, e tappezzato il paese di manifesti.
"Finalmente giustizia! Grazie al lavoro continuo ed infaticabile delle forze dell'Ordine, delle Procure e di tutte quelle persone che credono e operano nella giustizia".
È questo il contenuto di alcuni manifesti fatti affiggere sui muri di Partanna da Giovanna Ragolia, 68 anni, vedova di Rosario Sciacca, e dalla figlia Rosa.
Rosario l'11 giugno 1990 fu vittima innocente di un agguato mafioso che aveva come obiettivo Giuseppe Piazza, un camionista con numerosi precedenti penali. Sono gli strascichi della guerra di Partanna, che Messina Denaro ha praticamente condotto con il benestare di Totò Riina. Proprio Francesco e Matteo Messina Denaro avrebbero ordinato l’omicidio di Giuseppe Piazza.
Una morte incredibile, di un uomo innocente che non aveva nulla a che fare con il contesto criminale. Si trovava, tragicamente, nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Quella mattina, nel centro della cittadina del Belice, un commando di killer apre il fuoco contro Giuseppe Piazza, un camionista con numerosi precedenti penali. Accanto a lui c’è Rosario Sciacca, che con quell’ambiente non ha nulla a che fare. Una missione di morte compiuta fra la folla, così come era avvenuto con altri precedenti omicidi commessi a Partanna nella guerra di mafia di quegli anni. Come l' assassinio del boss mafioso Stefano Accardo e quello dell' architetto Antonino Ingoglia, personaggio di spicco del paese. Nella sparatoria sono rimaste ferite due persone, che si trovavano a passare da corso Vittorio Emanuele al momento dell' agguato. Sullo sfondo dell' agguato la pista degli appalti e quella della faida per il controllo del mercato della droga. Giuseppe Piazza era ritenuto il guardaspalle del padrino del paese, assassinato due anni prima. Una faida che ha portato alla morte di un giovane padre, fuori da ogni logica mafiosa.
La moglie e la figlia portano avanti il suo ricordo, la testimonianza di un territorio vittima della violenza mafiosa. E in questi giorni c’è stata gioia per l’arresto del super latitante.
“Per me è la fine di un percorso, ma non siamo liberi dalle mafie. Io spero che lui possa collaborare per svelare tutti i segreti che sono tanti e gravissimi, perché la nostra bella terra siciliana e la nostra nazione Italia possano essere veramente libere” dice oggi la vedova Sciacca.
La moglie Giovanna Ragolia e la figlia Rosa hanno voluto ringraziare pubblicamente tutti gli operatori di giustizia affiggendo per il paese i manifesti con cui si festeggia la cattura del boss. I familiari di Rosario Sciacca sanno che la mafia non è sconfitta, che non è una guerra ancora vinta. Ma che bisogna ripartire da qui, da questo arresto, per debellare non solo l’organizzazione ma la cultura mafiosa.
"In tutti questi anni mi sono fatta l’idea che Matteo Messina Denaro abbia vissuto la sua latitanza nelle nostre zone, coperto da certi personaggi. Per me è impensabile che stesse in giro senza essere identificato", racconta la moglie di “Saro” Sciacca.