
Favara aveva già tentato di uccidere sua moglie nel 2021
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Il 63enne ex pescatore castelvetranese Ernesto Favara, in carcere dal 24 dicembre per l’omicidio della moglie, Maria Amatuzzo, 29 anni, uccisa con dodici coltellate all’addome a Marinella di Selinunte, avrebbe tentato di uccidere la donna già il 4 maggio 2021.
Emerge da una denuncia che la donna presentò l’indomani ai carabinieri. Favara avrebbe, infatti, tentato di strangolare la donna con una corda di nylon. Nella denuncia, la Amatuzzo raccontò che il marito andò a trovarla in auto davanti la comunità di Partanna dove era ospitata insieme alle due figlie, e dopo avere percorso alcune strade si sarebbe fermato con una scusa in uno spiazzale poco illuminato. Quindi, sarebbe sceso dall’auto con una scusa, andando sul lato passeggero e aprendo lo sportello alla moglie tentò di strangolarla con una corda di nylon, dicendole: “Questa è la tua fine”.
La donna tentò di divincolarsi sferrandogli alcuni calci, ma lui avrebbe stretto ancora più forte la corda, trascinandola fuori dall’auto, gettandola a terra e bloccandole le gambe. Poi, lui allentò la presa, la fece risalire in auto e la riaccompagnò nella comunità dove la donna era ospite. Qui, una operatrice chiamò il 118 e i carabinieri. Al Pronto soccorso di Castelvetrano i medici le riscontrarono “eritema intorno al collo, escoriazioni diffuse e contusioni”. La prognosi fu di una settimana.
Per l’avvocato marsalese Vito Daniele Cimiotta, legale di parte civile per il padre di Maria Amatuzzo, c’erano, dunque, già le avvisaglie di quanto sarebbe poi accaduto. Il legale, inoltre, intervenendo sulla vicenda del maggio 2021, dichiara: “Non riusciamo a comprendere per quale motivo, nonostante la donna avesse denunciato nel maggio del 2021, in maniera chiara e netta, un tentativo di strangolamento con una corda di nylon da parte dell'ex marito, nel capo di imputazione relativo al processo per maltrattamenti e lesioni in corso, l'episodio non fu contestato. Al tempo, tale corda fu anche trovata e sequestrata”.

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