Chi ha pagato e da dove arrivava quel fiume di denaro di cui Matteo Messina Denaro ha sempre avuto grande disponibilità? Dall’appartamento, il primo ritrovato, tra scarpe e abiti firmati, orologi, gioielli, ma anche gli scontrini di cene da 700 euro, la stessa auto, che ha pagato diecimila euro e l'immobile, pagato dando i soldi al vero Andrea Bonafede, da tutto questo è chiaro che al boss di Castelvetrano servivano tanti soldi e che non viveva, di certo, come Bernardo Provenzano, trovato nell’aprile del 2006 in una masseria vicina a Corleone tra cicoria e ricotta.
A Campobello e per il figlio di Francesco Messina Denaro, che aveva un taccuino, dove annotava le spese in uscita - in un mese arrivavano anche a diecimila euro -, chi ha pagato per consentire un tenore di vita così alto?
Se in passato, secondo gli inquirenti, a permettere questa enorme disponibilità economica a Messina Denaro, è stato uno dei suoi prestanome, Giuseppe Grigoli, il "re" dei supermercati Despar, al quale furono sequestrati beni per oltre settecento milioni di euro, adesso gli inquirenti puntano sulle scommesse clandestine e i giochi online, tra le attività che permettono un grande movimento e disponibilità di denaro liquido.
Negli ultimi anni sono state diverse le operazioni della Dda in cui sono stati coinvolti due imprenditori nel campo delle scommesse online. Tra le altre, le più importanti sono “Anno Zero” nel 2018 e “Mafia Bet” nel 2019. La prima ha visto coinvolto e arrestato Carlo Cattaneo, la seconda Calogero John Luppino. Qui potete leggere dell’operazione che ha portato all’arresto di Cattaneo.
Cattaneo, era titolare di alcune agenzie di scommesse. Secondo le indagini nella cassaforte della cosca mafiosa di Castelvetrano sarebbero finiti parte dei soldi guadagnati nel business delle scommesse che sarebbe stato nelle mani dei cognati del boss latitante Messina Denaro. Cattaneo, secondo le indagini, faceva da tramite con Rosario Allegra, il cognato di Messina Denaro che si occupava della "salute" finanziaria della cosca, arrestato con l’accusa di aver recapitato pacchi di soldi alla cosca di Castelvetrano. Nell’operazione oltre ad Allegra, deceduto qualche anno fa venne arrestato anche un altro cognato di Messina Denaro, Gaspare Como. A Cattaneo, condannato a 16 anni di reclusione, lo scorso Aprile sono stati Confiscati beni e proprietà per 300mila euro.
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Come detto, con Mafia Bet invece venne fermata l’ascesa di Calogero John Luppino, classe 1980, “re delle scommesse” e protagonista di un’ascesa economica fulminante. Quando lo arrestarono nell’abitazione a Tre Fontane, frazione marinara di Campobello di Mazara, i carabinieri trovarono otto lingotti d’oro e 370 mila euro in contanti. Soldi che, secondo gli inquirenti avrebbe messo a disposizione di Matteo Messina Denaro. Luppino è stato condannato a 18 anni di reclusione nel processo in cui era imputato per mafia, estorsione e, con altri imputati, anche di intestazione fittizia.
A fine dicembre 2022 a Calogero John Luppino sono stati confiscati beni per sei milioni di euro.
Da queste due operazioni che ruotavano attorno a questi due imprenditori si capisce chiaramente da dove è arrivato, parte del sostentamento della latitanza di Matteo Messina Denaro.