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20/01/2023 06:00:00

  Preso Messina Denaro, ecco chi sono gli ultimi super latitanti a cui dare la caccia

Preso Messina Denaro, restano altri quattro super latitanti in giro a cui dare la caccia.


Era il numero uno nella lista dei ricercati d’Italia, Matteo Messina Denaro, capo di cosa nostra, arrestato dopo 30 anni di latitanza mentre stava per sottoporsi alle cure oncologiche in una clinica di Palermo. Si nascondeva, però, a Campobello di Mazara, con una falsa identità, e pare che conducesse una vita praticamente normale, indisturbato. Ha potuto godere della protezione di una vasta rete di fiancheggiatori. Messina Denaro si è saputo organizzare in questi anni, ha trovato connivenze di diverso livello. Nonostante le tante retate che hanno colpito i suoi fiancheggiatori negli ultimi 15 anni, lui riusciva sempre a farla franca, a trovare nuovi e fidati collaboratori disposti a fare di tutto per lui. “Se me lo chiede vado con lui, farei di tutto”, diceva intercettato uno dei tanti arrestati in questi anni.

Attorno una protezione invisibile, quella di una parte della società distratta, disinteressata, che non parla, omertosa, sì, diciamolo. “Non sapevamo fosse lui, ci salutavamo”, dicono i vicini.

Con la sua cattura il boss di Castelvetrano ha lasciato il trono dell’uomo più ricercato d’Italia.
Altri quattro super latitanti, però, restano nell’elenco. Camorristi, ndranghetisti, mafiosi. Uomini che devono scontare ergastoli e condanne per diversi reati, dagli omicidi all’associazione criminale.
Per loro non ci sono identikit, foto sfocate e in bianco e nero.

Nell’elenco dei principali latitanti rimasti ci sono Giovanni Motisi, Attilio Cubeddu, Renato Cinquegranella, Pasquale Bonavota.

Il più pericoloso e più longevo nella latitanza adesso è il sardo Cubeddu. Il suo volto è cristallizzato in una foto in bianco e nero, è ricercato da 26 anni. Nato ad Arzana il 2 marzo 1947, gli danno la caccia dal 1997. Lo cercano in Sardegna, ma anche all’estero. Attilio Cubeddu è esponente della Anonimi Sequestri. E’ irrintracciabile dopo non essere tornato, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros (Nuoro). Era detenuto per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Partecipò nel 1981 al sequestro Peruzzi, in Toscana, e nel 1983 ai sequestri Rangoni Machiavelli e Bauer in Emilia-Romagna, poi si diede alla latitanza. Arrestato nel 1984 a Riccione, fu condannato a 30 anni di carcere. Dopo la fuga e l’inizio della nuova latitanza nel 1997, fu coinvolto nel sequestro di Giuseppe Soffiantini, per il quale è stato condannato a 30 anni, e sospettato - ma mai formalmente incriminato - per il sequestro di Silvia Melis, rapita a Tortolì, in Ogliastra, sempre nel 1997.

 


Motisi è palermitano.
Di lui non si conosce molto. E’ ricercato dal 1998 per omicidi e dal 2001 per associazione mafiosa e dal 2002 per strage. Classe 1959, deve scontare la pena dell’ergastolo. Il 10 dicembre del 1999 sono state diramate le ricerche anche in ambito internazionale. Killer di fiducia di Totò Riina , secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Calogero Ganci Motisi era presente nel momento in cui Cosa nostra discusse dell’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Motisi, condannato all'ergastolo per l’omicidio del commissario Giuseppe Montana ucciso il 28 luglio 1985, è anche nella lista dei criminali più ricercati d'Europa dell’Europol.

 

Irrintracciabile da 20 anni, invece, Renato Cinquegranella, napoletano, ricercato dal 2002. E’ esponente della camorra, associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi ed estorsione sono i reati a suo carico. Cinquegranella è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giacomo Frattini, giovane affiliato della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Frattini fu torturato, ucciso e fatto a pezzi, il 21 gennaio 1982.

 

Il quarto nella lista dei più cercati in Italia è lo ndranghetista Pasquale Bonavota, esponente della ndrina di Sant’Onofrio. In confronto agli altri la sua latitanza è più breve, lo cercano dal 2018 per associazione mafiosa e omicidio aggravato in concorso. Condannato all’ergastolo nel processo scaturito dall’operazione “Conquista”, Bonavota è sparito qualche ora prima dell’esecuzione dell’ordine di carcerazione disposto dall’autorità giudiziaria dopo la condanna emessa in primo grado

 

Sono gli ultimi super latitanti, irrintracciabili. Chissà se anche loro stanno trascorrendo una latitanza sotto falso nome nel proprio paese, quasi alla luce del sole, come Matteo Messina Denaro. Se nei loro covi c’è un via vai di donne. Se godono di una protezione diffusa come quella dell’ex primula rossa di Castelvetrano.