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18/01/2023 10:00:00

Il Belpaese e la catarsi politica, culturale e religiosa

"La sua anima si dissolse lentamente nel sonno, mentre ascoltava la neve cadere lieve su tutto l'universo, come la discesa della loro ultima fine, su tutti i vivi e su tutti i morti".

È un passaggio di uno dei racconti, i morti, in gente di Dublino di Joyce che vuole mostrare la caduta dei valori morali, legati alla religione, alla politica e alla cultura della capitale irlandese, città in cui è ambientato un altro capolavoro dello scrittore: Ulisse.

Nella metafora l'agente atmosferico è una catarsi per pulirsi dalla putredine generata dalla palude dell'immoralità. Certamente ha subito un tracollo di rettitudine il patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie perché sostiene Vladimir Putin. Lo ha fatto invitando gli uomini della Federazione alla mobilitazione lanciata dallo stesso presidente: "Vai coraggiosamente a compiere il tuo dovere militare" il presule ha poi aggiunto “Ricorda che se muori per il tuo Paese, sarai con Dio nel suo regno, gloria e vita eterna”, in precedenza aveva definito l’attacco all’Ucraina una Guerra Giusta.

Il ministro della cultura del belpaese ha effettuato una discesa all'inferno dichiarando "la destra ha cultura, deve solo affermarla. So di dire una cosa molto forte, ma penso che il fondatore del pensiero di destra italiano sia Dante Alighieri. Quella visione dell'umano, della persona, delle relazioni interpersonali la troviamo in Dante - ha aggiunto Sangiuliano - ma anche la sua costruzione politica credo sia profondamente di destra". Peccato che il Sommo fosse un guelfo bianco, era credente ma dissenziente sul 'potere temporale' del vescovo di Roma, in quanto difensore dell'autonomia del Comune e in aperto conflitto con il papa che per affermare il suo potere in Toscana sosteneva la fazione dei Neri che lo esiliò dopo la restaurazione dell'autorità nobiliare e papale.

La classe politica del belpaese si è cimentata nel bungee jumping, senza ritorno, lanciandosi all'inferno. Era il 3 ottobre 2020 a Catania si svolse l’udienza preliminare del caso Gregoretti, che all’epoca vedeva imputato Matteo Salvini con l’accusa di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio in qualità di ministro dell’Interno, per avere impedito lo sbarco immediato dei migranti. L’inchiesta si concluse poi con sentenza di archiviazione, ma l’ex senatrice leghista Angela Maraventano a sostegno di Papeete man pronunciò queste parole: "La nostra mafia ormai non ha più quella sensibilità e quel coraggio che aveva prima. Dove sono?". Due giorni più tardi a seguito del pressing esercitato dal commissario della Lega in Sicilia la donna lasciò il partito. La procura di Catania, ha chiesto nei giorni passati la condanna a un anno a sei mesi di reclusione: l'ex parlamentare avrebbe commesso il reato di istigazione a delinquere. Per l’accusa, la Maraventano avrebbe fatto "un’apologia pubblica del delitto di associazione mafiosa". Necessita una valanga di neve per la catarsi della religione, della politica e della cultura.

Vittorio Alfieri

 



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