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16/01/2023 00:20:00

Mazara, chiusura della scuola Giovanni Paolo II. Botta e risposta tra Gioventù Nazionale e il sindaco

Parlano di “chiusura della cultura” i militanti di Gioventù Nazionale di Mazara del Vallo in collaborazione con il comitato Adria-Ballatore e la Consulta Studentesca Provinciale sono intervenuti in merito alla chiusura del Plesso “Giovanni Paolo II” in via Santoro Bonanno.
L' edificio di proprietà comunale chiuso nell’agosto del 2020 e che ospitava di 14 classi con capienza per ben 280 alunni.
Sotto accusa il sindaco Salvatore Quinci che ha disposto la chiudura del plesso scolastico, e ha intenzione di demolire e ricostruire l'edificio. “Era necessario? Sarà l'ennesima incompiuta?” si chiedono i militanti del movimento di destra.


Questa la nota.
Pur «non riscontrandosi condizioni di pericolo grave ed imminente», il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, ha disposto la chiusura di un edificio scolastico, il plesso dell’infanzia e primaria Giovanni Paolo II di via Santoro Bonanno, che fa parte dell’Istituto comprensivo «Giuseppe Grassa». I risultati di alcune analisi eseguite sulla struttura hanno evidenziato una "modesta resistenza meccanica del calcestruzzo, certamente legata anche ad una insufficiente compattezza dello stesso». Quindi nessun rischio imminente ma la sola presenza di calcestruzzo depotenziato. 

Risulta che l’amministrazione comunale abbia presentato un progetto per la demolizione e la ricostruzione del plesso per un importo totale di 2milioni 740 mila euro ma, essendo stato ammesso con riserva, bisogna auspicare che il ministero dopo aver fornito i fondi ai progetti senza riserva abbia la volontà di fornirli al comune di Mazara del Vallo per iniziare i lavori senza dimenticare che l’iter ha come scadenza il 2026! 

Si riscontrano molte anomalie sulla questione; la prima riguarda il timing dell’inizio dei lavori ovvero il 2023 (anno corrente e ancora non si vede nulla) oltre all’ipotesi relativa allo scioglimento della riserva inerente all’approvazione del progetto; la seconda questione riguarda la necessità della demolizione e della ricostruzione totale dell’istituto, che sia un altra grande opera incompiuta?; la terza riguarda l’utilizzo dell’immobile come sede centrale e definitiva per gli alunni del Liceo Adria-Ballatore che da anni vengono sparpagliati in altri istituti o addirittura invitati a frequentare in altre città. 

I giovani studenti del Liceo Adria-Ballatore da anni cercano una struttura definitiva e la soluzione a questo grande problema è sotto gli occhi di tutti ma a quanto pare, non sotto gli occhi di questa amministrazione! 

 La scuola rappresenta il motore della Nostra società, centro di formazione e di aggregazione dei giovani del futuro e non è accettabile che una scuola venga chiusa per queste motivazioni! 

Qui invece la risposta dell'amministrazione comunale.

“La chiusura del plesso nel 2020 è stato un atto dovuto in quanto di fronte ad alcuni pericoli riscontrati di sicurezza per alunni, docenti e personale non è pensabile di aspettare che accada un’eventuale tragedia. Da qui la saggia decisione di chiudere la scuola e di programmare un intervento risolutivo. L’amministrazione – sottolinea - ha approvato un progetto di 2milioni 740mila euro per la demolizione e ricostruzione, che è stato approvato e finanziato nell’ambito del Pnrr. Il progetto – spiega Billardello – ha superato tutte le fasi e pertanto è definitivamente finanziato senza alcuna riserva con fondi del Pnrr ed entro il 31 maggio dovrà terminare l’iter di gara. Il progetto riguarda come detto sia la demolizione che ricostruzione e non c’è alcuna difficoltà a rispettare i tempi previsti. Una volta aggiudicata la gara si procederà alla realizzazione nel più breve tempo possibile”. 

Riguardo all’utilizzo del plesso scolastico, una volta completato, il vice sindaco sottolinea che “gli istituti superiori sono di competenza del Libero Consorzio ex Provincia, mentre gli istituti scolastici materni, elementari e secondari di primo grado sono di competenza comunale. Pertanto – conclude – resta inteso che il plesso essendo comunale verrà destinato alla competenza del proprio Istituto di appartenenza”. 



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