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13/01/2023 06:00:00

La Sicilia nella morsa del caro voli 

 C’è chi organizza le corriere, come negli anni Sessanta. Torpedoni che attraversano il Paese. Ci hanno pensato i ragazzi del gruppo “Un terrone a Milano”: per centotrenta posti sul bus Gran Turismo da Milano giù giù fino a Catania e Palermo hanno avuto quest’anno più di tremila richieste.

C’è chi fa i sit-in all’aeroporto. Come altri ragazzi, quelli del comitato “Un Si Parte”, che hanno fatto un blitz ed esposto uno striscione al “Falcone e Borsellino” di Palermo con la scritta: «L’emigrazione forzata costa cara: no al caro voli!».


C’è infine chi raccoglie le firme per creare una compagnia aerea siciliana. Sono tante le forme con cui, in Sicilia, si combatte la questione del “caro voli”, cioè dell’impennata dei costi dei biglietti aerei, soprattutto sotto le feste natalizie.

Un volo da Milano a Roma o Catania può arrivare anche a costare il triplo della media, ed è imbarazzante notare, ad esempio, il costo di un Roma-Palermo (seicento euro) alla vigilia di Natale, rispetto a un Roma-Parigi (centoquarantacinque euro). Ma un Palermo-Roma può arrivare anche a mille euro. Idem da Milano o Torino.


A decidere i prezzi è il famoso algoritmo, quello che quando vuole ti seduce con promesse di voli in località esotiche a 9,99 euro, ma senza bagaglio a mano, e poi ti bastona sui denti quando, da studente o da lavoratore fuori sede, vorresti solo passare qualche giorno con la tua famiglia per Natale.

Un dibattito, quello sul caro voli, che ricorre ogni anno in Sicilia. Comincia solitamente per l’Immacolata e finisce poi dopo l’Epifania, quando i prezzi, per legge di mercato, si abbassano (ma non subito, anzi, con il colpo di coda dei rientri, fino al 9 Gennaio i prezzi sono altissimi) ma che questa volta in tanti sembrano aver preso sul serio, a cominciare dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che prima ha chiesto e ottenuto qualche volo in più dalla compagnia Ita, e poi ha comunque presentato un esposto all’Antitrust, che ha aperto un’istruttoria per capire se davvero esiste un cartello di compagnie aeree che si accorda sui prezzi.

Ryanair, Wizz Air, EasyJet e Ita sono le principali compagnie aeree che offrono servizi di trasporto aereo nazionale verso la Sicilia. Già nelle sue valutazioni preliminari, quelle che hanno dato via all’istruttoria, l’Antitrust scrive che «l’incremento dei prezzi dei biglietti aerei nel periodo natalizio potrebbe essere il frutto di un comportamento collusivo tra i vettori aerei, eventualmente facilitato dall’utilizzo di algoritmi di prezzo, piuttosto che un adattamento razionale alle condizioni di mercato».

Nota ancora l’Antitrust che «sembra rilevarsi un anomalo allineamento dei prezzi, possibile indicatore di un’intesa tra gli operatori; mentre non si registrano iniziative, da parte dei vettori aerei, di misure volte ad ottenere un migliore adeguamento dell’offerta alla domanda, che pure sarebbero coerenti con una strategia lecita di massimizzazione dei profitti».

Mentre tutti si trincerano nel silenzio (l’algoritmo non ammette giustificazioni), l’unica ad esporsi è Ita. «Siamo a disposizione di tutte le autorità per trovare il modo migliore per dare il giusto bilanciamento di connettività della Sicilia», afferma l’amministratore delegato di Ita airways Fabio Lazzerini. «Le tariffe medie che abbiamo avuto nelle vendite della settimana di Natale – ha continuato l’ad di Ita – sono state fra i sessanta e i settanta euro. Pensiamo di dare a questa regione il massimo che possiamo data la nostra attuale flotta», ha concluso Lazzerini.

La verità, probabilmente, in attesa delle conclusioni dell’Antitrust, la conosce solo l’algoritmo. Intanto, nell’ultima legge di bilancio approvata in Parlamento, è stato inserito un piccolo fondo (cinque milioni di euro, nel 2023, quindici milioni dal 2024) per calmierare i prezzi dei voli verso Sicilia e Sardegna. Come utilizzare questi soldi, però, non lo sa nessuno, ed è probabile che si arrivi al prossimo Natale senza nessun regolamento attuativo.

Una soluzione potrebbe essere quella di utilizzare questi fondi per spezzare il duopolio Ita-Ryanair in alcune tratte, come la Palermo-Roma. L’indiziata numero uno, per la considerazione che gode ai piani alti della Regione e al ministero dei Trasporti, è la neonata Aeroitalia. Che non ha cominciato benissimo, in verità, dato che ha cancellato dopo poche settimane molte rotte appena inaugurate (tra cui l’unico collegamento infraregionale d’Italia: il Trapani-Catania). Ma per la Regione potrebbe essere l’utile grimaldello per spezzare il cartello e fare abbassare i prezzi.

Poi ci sono i sognatori, quelli che vorrebbero risolvere il problema con la compagnia cento per cento siciliana. Esperienze già avvenute nel passato, e fallite nel giro di poco, da Air Sicilia e SiJet alla più nota WindJet. Vicende chiuse tra arresti, licenziamenti di massa, ammanchi milionari. Adesso è il Codacons che ha istituito il comitato “Volare Codacons” per «lanciare la nascita di una compagnia aerea siciliana, a partecipazione pubblica e privata che risolverebbe i problemi esistenti».

Nel frattempo siamo, come in tutti gli aspetti della nostra vita, ormai, nelle mani dell’algoritmo, che incrocia le richieste, le destinazioni, gli orari e i giorni e decide magicamente il prezzo. E contro l’algoritmo si può ben poco, lo abbiamo capito in tanti.



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