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10/01/2023 06:00:00

I capi, i pusher, i clienti. Così funzionava il giro di droga nella Trapani “bene”

 C’erano i capi, che organizzavano tutto. C’era l’autista, che faceva la spola tra Trapani e la Calabria per comprare la cocaina. C’erano i pusher, che la smistavano nei locali della movida. E c’erano i clienti, clienti buoni, insaziabili, che ne volevano sempre di più. Di giorno professionisti dalle parcelle a tre zeri, di sera schiavi dello sballo e della “neve”.

C’era, tra questi, un noto notaio, al quale il capo della banda di spacciatori portava di persona la coca. Un cliente fisso, potremmo dire, della banda di spacciatori della “Trapani bene”.
Banda che è finita a processo, e per nove di loro sono arrivate le richieste di condanna da parte del Pm Pierangelo Padova che ha imbastito l’accusa nel processo che si celebra davanti al Tribunale di Trapani. Per tre persone, invece, è stata chiesta l’assoluzione


La pena più severa, 26 anni di reclusione, è stata richiesta per Massimiliano Voi, ritenuto, assieme a Mariano Galia, a capo del sodalizio smantellato, nel novembre del 2014, dagli agenti della Squadra mobile, coordinati dalla Dda di Palermo. Per Mariano Galia, il Pm ha chiesto 24 anni di carcere. I due, secondo l'accusa, oltre ad aver messo su l'organizzazione, provvedevano a rifornirsi di cocaina e hashish. Erano loro, infatti, ad organizzare viaggi a Palermo, ma anche in Calabria e in Campania per approvvigionarsi di cocaina e hashish, scegliendo di volta in volta l'autista e il mezzo di trasporto. La droga, poi, veniva ceduta nei locali della Movida del capoluogo.


I ruoli
I capi dell’organizzazione sono Massimiliano Voi e Mariano Galia. Entrambi hanno a disposizione un garage a Trapani, che usano come deposito della droga, punto di spaccio e incontro con gli altri sodali. Voi e Galia gestiscono i contatti e gli ordini sia con il fornitore calabrese, tale “Giovanni dei meloni gialli”, che con Luigi Parolisi, il fornitore locale. Vanno loro, ma non sempre insieme, a comprare la droga. Sono soci in affari e dispongono di un patrimonio comune dedicato alle attività illecite dell’associazione. Altro membro cardine della banda di trafficanti è Luigi Parolisi, uno dei principali fornitori di droga. In alcuni periodi, scrive il pm nella requisitoria, “l’intensità dei rapporti di Parolisi con gli altri sodali ha raggiunto livelli massimi traducendosi in contatti reiterati e quotidiani per il reperimento di ulteriori quantitativi di sostanze stupefacenti”.

Parolisi è campano, ma ha tanti contatti nel Palermitano, e da lì porta la droga a Trapani. Parolisi non è un semplice fornitore, ma gode di una “ampia apertura di credito funzionale al reperimento di sempre nuovi canali” per l'approvvigionamento. Tant’è che è lui stesso ad accompagnare in un paio di occasioni Voi in Campania per individuare nuovi fornitori. Massimiliano Voi ha un figlio, che inserisce nell’organizzazione. Si chiama Antonio, e dà “un continuo supporto all’associazione, sia prima che dopo l’arresto del padre”: Antonio Voi è colui che porta la droga all’illustre notaio cliente abituale del gruppo. E’ anche colui che trova l’autista per i viaggi in Calabria per comprare lo stupefacente. Annibale Baiata era un jolly. Accompagnava spesso Galia e Voi nelle trasferte e metteva a disposizione l’auto per il reperimento della droga. Ma era anche colui che acquistava il mannitolo per il taglio della cocaina, era quindi “perfettamente a conoscenza e condivideva le finalità” del gruppo criminale. Autista invece era Giuseppe Rinaudo, ingaggiato da Massimiliano Voi per le trasferte, anche perchè sia lui che Galia, i due capi, non avevano la patente. Insieme vanno, ad esempio, nella zona di Rosarno, in Calabria, e nel palermitano per approvvigionarsi di droga. Rinaudo, scrive il Pm, “risponde a ogni chiamata”.


Come compravano la droga
Andavano fin in Calabria per soddisfare il gran giro di clienti che avevano. Clienti di alto rango, che esigevano roba buona, di qualità, e soprattutto pura. La cocaina migliore si trova in Calabria, dove le Ndrine le importano direttamente dal Sud America. I canali di approvvigionamento della sostanza stupefacente sono due: uno calabrese, grazie alla collaborazione di un soggetto non identificato, indicato in numerose conversazioni come “Giovanni dei meloni gialli”; l’altro palermitano, invece, attraverso l’aiuto del napoletano Luigi Parolisi. La gang poteva fare affidamento su soggetti disposti a finanziare l’attività illecita come nel caso di Salvatore Damiano, (detto “Tore U Pumaroro”), Damiano avrebbe almeno in un’occasione messo a disposizione dei soldi per l’acquisto della droga. Il Pm ricostruisce l’episodio in cui Damiano ha dato 10 mila euro dei 20 mila che servivano per comprare la droga. Era andato persino a Cosenza, con Massimiliano Voi e altri membri della banda per acquistare lo stupefacente.

 


Come veniva venduta a Trapani
Erano tutti lì ad aspettare che arrivasse la droga. A Trapani aspettavano che Voi, Galia e gli altri tornassero dai viaggi in Calabria, o che ricevessero il carico da Palermo.
Una volta arrivati in città il clan aveva praticamente la droga già smistata. Voi innesca la rete di vendita, costituita principalmente, da una miriade di acquirenti. Nella maggior parte dei casi, vengono attivati dallo stesso Massimiliano Voi – proprio subito dopo l’avvenuto approvvigionamento - attraverso brevissime indicazioni telefoniche con le quali i “pusher” vengono informati ed invitati a recarsi o presso la sua abitazione di residenza o presso il garage/laboratorio di via Niso, al fine di ricevere la droga ed immetterla definitivamente sul territorio trapanese per essere destinata ai reali consumatori. Una rete di vendita dunque che risulta alquanto collaudata ed efficiente, e che produrrà nel giro di qualche giorno, il raggiungimento di un notevole profitto economico illecito, nonchè l’esaurimento delle scorte della sostanza stupefacente.

Non solo pusher, ma anche acquirenti insospettabili (illustri professionisti e noti imprenditori) della città di Trapani, a cui provvede direttamente Massimiliano Voi mantenendo con questi un rapporto diretto e costante.
Tra i maggiori acquirenti il notaio Francesco Di Natale. Quest’ultimo, per ben sette volte avrebbe acquistato sostanze stupefacenti dal sodalizio . L’acquisto più consistente in data 23 agosto 2014, quando Massimiliano Voi – secondo la tesi accusatoria – avrebbe ceduto a Francesco Di Natale cocaina e hashish per un valore di 2000 euro. La prima cessione di droga al notaio, invece, è datata 11 luglio 2014. L’ultima sarebbe avvenuta il 06 giugno 2015. Il notaio non è sotto processo, nè indagato. Ma è tra le personalità più note e costantemente citate nel processo. Un processo alle battute finali, su una delle organizzazioni criminali che negli ultimi anni ha portato a Trapani quintali di droga di ogni tipo.  Oggi in udienza spazio alla difesa. Nei prossimi giorni è attesa la sentenza. 



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