La crisi fa crollare il prezzo del gambero rosso, mentre i pescatori di Mazara protestano contro il caro benzina e i divieti imposti dalla Ue.
Non è un buon periodo per la marineria di Mazara del Vallo. Nei giorni scorsi i pescatori hanno protestato al porto, lasciando ormeggiati i pescherecci, per manifestare tutta l'indignazione per la crisi che sta colpendo il comparto, e gli interventi in suo sostegno che non arrivano.
“Vogliamo lavorare e siamo disposti ad ogni forma di protesta”, dichiarano i membri dell'associazione Armatori Liberi Mazara. Quasi tutti i 70 pescherecci sono rimasti ormeggiati, e lo saranno se le cose non miglioreranno. La protesta non riguarda solo il caro carburante, ma si chiedono risposte, da tutte le istituzioni, su diverse questioni fondamentali per la sopravvivenza del comparto, come i divieti imposti dal Governo italiano e dai paesi rivieraschi di potere pescare in alcuni areali internazionali del Mediterraneo.
Inoltre un regolamento dell'UE del 14 dicembre istituisce una zona economica esclusiva nelle acque internazionali al largo della Grecia che prevede solo sei-sette zone di pesca nelle quali possono pescare un massimo di 68 pescherecci italiani. “Così vengono ulteriormente ristrette le zone di pesca del gambero rosso, ma non solo, nel Mediterraneo dopo che da qualche anno il nostro Paese ci ha vietato di pescare nell'areale internazionale davanti la Libia”. In pratica non si sa dove andare a pescare. A questo si aggiunge la concorrenza dei pescherecci nordafricani, che hanno meno regole, e pagano molto meno la benzina.
In tutto ciò crolla il prezzo del pregiato gambero rosso. Un chilo di “prima” viene venduto a 60 euro, 50 euro la “seconda” pezzatura, 40 la “terza”. Un crollo di otlre il 30% negli ultimi mesi rispetto ad un anno fa. Tutto ciò a causa dell'abbassamento del potere d'acquisto da parte dei consumatori. La domanda è scesa, e nei congelatori delle imprese ittiche sono rimaste grandi quantità di gambero che è stato necessario smaltire e vendere a prezzo più basso. Ovviamente in questo scenario si inseriscono nel mercato prodotti importati da Paesi rivieraschi innescando speculazioni sui prezzi e una concorrenza che non fa bene alla marineria mazarese.