Il clima politico a Mazara non è proprio sereno, il sindaco Salvatore Quinci non ha una maggioranza in consiglio comunale, tenterà la ricandidatura, nel 2024, ma al contempo sa che deve recuperare quel rapporto di fiducia con la città, al momento il consenso è in caduta libera.
Il Primo Cittadino ha presentato la relazione annuale, un documento che richiama gli ultimi 3 anni di amministrazione, le cose fatte e gli obiettivi da raggiungere: "Abbiamo trovato il cassetto dei progetti vuoto - cosi come le casse - e in questo poco tempo il nostro sforzo è stato dedicato alla progettazione, ad acquisire finanziamenti, a stipulare accordi economici e o finanziari con partners privati. Uno sforzo grandissimo, inedito, che ci ha impegnato su tutti i fronti e i cui effetti sulla nostra città potranno essere intravisti in questa sindacatura e saranno ben visibili nei prossimi anni. Abbiamo affrontato anni complicati per il nostro Paese e sfide che hanno messo alla prova la nostra capacita di far fronte a difficoltà mai viste e dare risposte immediate ed efficaci ai bisogni dei cittadini: la Pandemia, il sequestro di due pescherecci e degli equipaggi per 108 giorni da parte delle milizie libiche, la crisi dell’acqua potabile, la chiusura del ponte nel quartiere bocca Arena, la grande crisi energetica, gli effetti del cambiamento climatico che si sono manifestati con eventi meteo estremi”.
Poi gli obiettivi e tanta progettualità che riguarda lo sviluppo economico della città, puntando sulla pesca d’altura e quella artigianale, il rilancio del turismo, dell’edilizia.
Diciannove pagine in cui si parla di giovani, di lavori pubblici, di impianti sportivi, servizi cimiteriali, mobilità sostenibile.
La relazione arriva in un momento delicato per gli equilibri politici, sul tavolo c’è una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco firmata da già 9 consiglieri comunali( di firme ne servono 10). La mozione è stata finora firmata da nove consiglieri: l'ultimo che si è unito il 31 dicembre è Gioacchino Emmola (Pd). Prima di lui hanno firmato Pietro Marino (capogruppo UdC), e il consigliere Giuseppe Bonanno (Noi con l’Italia), Matteo Bommarito, Giorgio Randazzo (FdI) dal gruppo consiliare del M5S composto da Girolamo Billardello, Maurizio Pipitone e Antonella Coronetta, e da Cesare Gilante (Forza Italia) ex capogruppo di Partecipazione Politica.
Una volta approdata in consiglio comunale la mozione per sfiduciare il sindaco deve essere votata da almeno 15 consiglieri.