Per alcuni il vero dibattito sull'aeroporto "Vincenzo Florio", adesso ricadente nel territorio del nuovo Comune di Misiliscemi, è se si debba chiamare "Aeroporto di Trapani" o "Aeroporto di Marsala" o ancora di "Trapani - Marsala". Tema sicuramente interessante, ma, diciamo, non esattamente in cima ai problemi dell'Airgest, la società che gestisce lo scalo, in questo momento. Perchè il vero tema dell'aeroporto, che comunque tutti chiamiamo Birgi dalla località omonima dove insiste, è quale sarà il suo futuro prossimo. Dalla Regione, infatti, arrivano chiari segnali: si va verso l'accorpamento degli aeroporti in due società polo che gestiranno gli scali orientali e quelli occidentali dell'isola. E Birgi, pertanto, così come Pantelleria, sarà accorpato alla Gesap, la società che gestisce lo scalo di Palermo, il "Falcone e Borsellino". E' una scelta che conviene? Si. Ormai tutti gli aeroporti vanno verso l'accorpamento, per una questione di contenimento dei costi e migliore gestione delle risorse. Che senso ha avere due aeroporti che si fanno la guerra a poche decine di chilometri di distanza? Addirittura, per gli esperti, la scelta del presidente Schifani doveva essere ancora più radicale, con una sola società regionale di gestione di tutti gli scali. Circa Birgi, poi, tutto ruota intorno al fatto che, senza il sostegno pubblico, l'aeroporto non si regge. E' l'amara verita che molti fanno finta di non vedere. Ed è per questo che la Corte dei Conti ha citato lo scalo trapanese nella sua impietosa relazione sui conti della Regione. Ne parliamo qui. Il tema della fusione di Birgi con Palermo ne porta con se un altro, anche questo annunciato da Schifani, quello della privatizzazione. Il presidente della Regione vorrebbe cioè vendere le quote pubbliche (che a Birgi sono la stragrande maggioranza, per esempio). Anche questo è un tema che divide, soprattutto a Palermo.
Il diretto interessato, Salvatore Ombra, manager dell'aeroporto Vincenzo Florio, non si dice contrario alla fusione. Sa che è un destino inevitabile. Tuttavia bisogna capire "analisi, modi e tempi - dice Ombra - del percorso che porterà alla comune gestione". Ombra ha anche le idee chiare: "I due aeroporti devono essere in qualche modo collegati. Ed è per questo che bisogna coinvolgere le Ferrovie, perché ci vorrebbero treni ogni mezz'ora, per avere un unico grande scalo, con tre piste, due a Palermo ed una a Trapani". Sul futuro di Trapani, invece, Ombra pensa ad un maggiore coinvolgimento dei cargo (per Schifani il polo aeroportuale per gli aerei cargo sarà invece Comiso).
Dario Safina, neo deputato regionale trapanese del Pd, fa sapere di essersi portato avanti con il lavoro, e già prima dell'annuncio di Schifani sul percorso di fusione Airgest - Gesap, aveva presentato, con i colleghi parlamentari del Pd, un'interrogazione proprio sulla "necessità di un accordo di sviluppo territoriale integrato tra l'aeroporto “Vincenzo Florio“ di Trapani Birgi-Marsala e l'aeroporto “Falcone- Borsellino” di Palermo-Punta Raisi".
"Di base - spiega Safina - il Partito Democratico ha espresso parere favorevole circa l'accorpamento in sinergia degli scali aeroportuali di Punta Raisi e Birgi ma questa eventualità non può non passare dalla garanzia, da parte della Regione (che su Airgest, di cui è socio quasi unico, ha investito parecchi milioni di euro), di un percorso anche economico che miri a rendere proficui i due aeroporti anche attraverso un rinforzo della mobilità su gomma (possibilmente andando verso la liberalizzazione del servizio di trasporto extraurbano) o su rotaia che li renda pienamente operativi in maniera complementare".
"Nulla osta alla revisione del sistema dei trasporti aeroportuali in Sicilia occidentale - continua Safina - anzi, lo auspichiamo fortemente: intraprendere un lavoro in questa direzione, però, a nostro avviso presuppone che le società di gestione dei due scali assolvano un ruolo autorevole evitando che allo scalo trapanese venga conferito un ruolo di mero Hub a supporto dello scalo palermitano ed a scapito di una propria meritevole autonomia di esercizio in grado di favorire un processo di crescita economico-sociale e turistica".
Nel frattempo Airgest ha comunicato i numeri dell'aeroporto di Birgi per il 2022 e gli obiettivi per il 2023. La stima dei passeggeri transitati dallo scalo al 31 dicembre di 890.000 circa, registra a confronto con l’anno 2021 un +108% di passeggeri, addirittura un +380% rispetto all’anno 2020, in cui lo scalo fu chiuso a causa della pandemia, e un +117% rispetto al 2019, anno di riferimento nel settore aeroportuale. Salvatore Ombra aggiunge: «Abbiamo già programmato la stagione 2023 che porterà ad un milione e duecentomila il numero dei passeggeri».