Tre secondi, o poco più. L’Eurofighter pilotato dal capitano Fabio Antonio Altruda cambia direzione, precipita in picchiata, e si schianta al suolo.
Tutto ciò in poco più di tre secondi. Ed è su questa piccola frazione di tempo che si concentrano gli sforzi di chi sta indagando sul disastro aereo a pochi chilometri dalla base del 37esimo Stormo di Trapani Birgi in cui ha perso la vita il pilota casertano.
Sabato si sono svolti i funerali a Trapani di Altruda in cui c’erano tutte le autorità, tra cui il ministro della Difesa Crosetto.
L’area dell’incidente avvenuto martedì scorso è ancora interdetta. Sono due le indagini sull’incidente aereo, una coordinata dalla Procura di Trapani e un militare.
In questi giorni sono stati sentiti dei testimoni oculari, è stato sentito il pilota dell’altro aereo con cui Altruda era in volo in addestramento. Sono state acquisite le immagini delle telecamere di sicurezza.
Indagini che dureranno mesi, perchè nel frattempo c’è da ricostruire l’Eurofighter, sono da recuperare e catalogare tutti i rottami, alcuni dei quali possono sprofondare fino a 3 metri di profondità, inghiottiti dall’alveo del torrente in cui è precipitato il velivolo.
La ricostruzione dell’incidente
Adesso soltanto alcune ipotesi si possono fare, niente di più. E capire cosa sia successo in quei 3 secondi, e cosa può fare un pilota anche ben addestrato in un lasso di tempo così breve. Poco, in realtà. Lanciare il mayday, afferrare le maniglie, fra le gambe, che azionano il seggiolino eiettabile che a sua volta lancia un segnale per i soccorsi. Non bastano. Tant’è che nessun mayday, nessun segnale gps si era attivato. Quella sera il meteo non era proibitivo per dei piloti esperti. Il sole era tramontato da un’oretta, il cielo era nuvoloso e c’era una pioggerellina innocua.
Disastro aereo a Birgi. La ricostruzione
Infogram
Pochi chilometri alla pista
Il capitano Altruda era alle spalle del leader della pattuglia. La pista dell’aeroporto Vincenzo Florio, è a pochi chilometri, pochi istanti e la missione sarebbe finita. L’Eurofighter, che può raggiungere una velocità di 2500 km orari, rallenta fino a 33 km/h. La manovra di discesa era cominciata, pochi metri d’altezza, poi il volo in picchiata.
Il video
Molti aspetti possono essere studiati guardando il video dell’incidente. Altruda esce dalle nuvole e cade in picchiata. Non si notano esplosioni a bordo, ma solo il faro che punta la telecamera. Poi il contatto col suolo e l’esplosione.
Le ipotesi
Avaria, malore o errore del pilota. Restano queste tre le ipotesi che si possono fare, anche se chi fa le indagini non si sbilancia. Nei giorni scorsi è stata effettuata l’autopsia sul corpo del capitano, per capire se ci sia stato un malore in volo,
Una possibilità è quella, invece, dell’avaria o di un guasto al velivolo. Come il malfunzionamento alle alette posizionate davanti le ali a delta, vicino alla cabina. Queste alette servono per controllare la stabilità dell’aereo, un loro malfunzionamento sarebbe plausibile . Altra ipotesi è quella dell’errore umano. L'Eurofighter aveva appena attraversato le nubi uscendo in un tratto buio, ma sereno, del cielo. Un cambiamento di scenario per il pilota che in quella fase del volo deve tenere d'occhio sia l'aereo del leader della pattuglia sia le luci della pista che già si stagliano nitidamente. Un disorientamento, uscito da queste nubi, da parte del capitano Altruda è un altro elemento importante.
Tanti piccoli tasselli che chi si sta occupando delle indagini dovrà mettere insieme. Pezzo dopo pezzo, un enorme puzzle.