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12/12/2022 20:00:00

L'elettrodotto da 850 milioni tra Tunisia e Italia approderà a Castelvetrano. A Partanna la stazione di conversione

 Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha avviato il procedimento che porterà all'autorizzazione per il nuovo elettrodotto di Terna tra l’Italia e la Tunisia, il ponte energetico sottomarino da 600 MW in corrente continua che collegherà Europa e Africa.

L'investimento previsto è di circa 850 milioni di euro. Di questi, 307 milioni di euro saranno finanziati dal fondo dell’Unione europea destinato allo sviluppo di progetti chiave che mirano al potenziamento delle infrastrutture energetiche comunitarie.

Si tratta di una decisione storica. Per la prima volta, infatti, i fondi comunitari CEF sono stati assegnati a un’opera infrastrutturale sviluppata da uno Stato Membro e da uno Stato Terzo. Come ulteriore testimonianza della sua importanza strategica, la Commissione europea ha destinato al progetto oltre la metà del budget disponibile nel bando del 2022.

L’opera, realizzata da Terna e da STEG, l’operatore elettrico tunisino, contribuirà all’integrazione dei mercati dell’energia elettrica, alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e, soprattutto, all’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili in Europa e Africa e alla diversificazione delle fonti. In aggiunta, una volta entrato in esercizio, il collegamento favorirà la riduzione delle emissioni climalteranti.

La nuova interconnessione di Terna, frutto dell’accordo intergovernativo tra i due Paesi ratificato nel dicembre del 2021, agevolerà inoltre il raggiungimento degli obiettivi fissati a livello nazionale e internazionale in materia di energia e clima dal Pniec e dal Green New Deal.

“Grazie a questa opera, l'Italia potrà concretamente diventare un hub energetico del Mediterraneo", ha dichiarato Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato di Terna. "Si tratta di una infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l'Europa, che potrà contribuire in maniera significativa all'indipendenza energetica, alla sicurezza del sistema elettrico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Siamo molto soddisfatti del finanziamento da parte della Commissione Europea - il primo mai assegnato a un progetto intercontinentale - che ha riconosciuto la valenza strategica del nostro progetto", ha aggiunto Donnarumma.

L’opera prevede la realizzazione di un collegamento elettrico sottomarino di oltre 200 km di lunghezza che raggiungerà una profondità massima di 800 metri. Per quanto riguarda l’Italia, dall’approdo di Castelvetrano, in provincia di Trapani, il cavo interrato percorrerà strade esistenti lasciando inalterati ambiente e paesaggio per 18 km fino ad arrivare a Partanna, dove sarà costruita la nuova stazione di conversione in prossimità dell’esistente Stazione Elettrica.


«La città di Partanna diventerà il primo hub energetico d’Italia, una punta d’eccellenza per l’intera provincia di Trapani». Lo ha detto l’onorevole regionale Nicola Catania, sindaco di Partanna, sull’iter autorizzativo per la nuova interconnessione elettrica di Terna tra l’Italia e la Tunisia che, sul territorio italiano, approderà a Marinella di Selinunte e arriverà a Partanna.  Nel paese del Belìce sorgerà la nuova stazione di conversione in prossimità dell’esistente stazione elettrica. «In questi anni tra i temi dell’agenda politica abbiamo inserito la transizione energetica, accogliendo proposte e idee di aziende che hanno scelto il nostro territorio – ha detto Catania – oggi raccogliamo i frutti di un impegno durato anni». Nell’iter procedurale del progetto è stata coinvolta anche la comunità partannese con iniziative di animazione territoriale: videoconferenze e incontri istituzionali. «L’iniziativa avrà anche una ricaduta economica sul territorio – ha spiegato l’onorevole Catania – perché Terna riconoscerà una royalty di 1,7 milioni al Comune. Ma bisognerà tenere in considerazione anche l’indotto lavorativo che sarà creato con la realizzazione dell’opera». A Partanna, oltre la nuova stazione di conversione di Terna, è già attivo un campo solare di 83 mila metri quadri (circa 10 campi da calcio) con una potenza installata di 4,26 MWe. L’impianto è in grado di produrre energia elettrica per oltre 1.400 famiglie, circa il 30% della popolazione del territorio comunale, con utenze domestiche da 3 kW. «Grazie a questo impianto – ha detto ancora l’onorevole Catania – il nostro territorio è diventato anche sede di ricerca e studio, con la collaborazione di Enea che, per lo specifico progetto, ha il ruolo di supervisore tecnico».

 



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