Due anni dopo la "pupiata" il Padiglione Covid di Marsala non è ancora pronto
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A due anni dall’inaugurazione farsa il padiglione Covid di Marsala è ancora un cantiere aperto.
Doveva essere una struttura per combattere il Covid, doveva avere 100 e più posti letto, ci dovevano essere tre piani. Ma niente di tutto questo sarà fatto. Il cantiere va molto a rilento, anzi, è praticamente fermo. E se e quando termineranno i lavori si farà solo un piano, con 16 posti letto per il nuovo pronto soccorso. Ad oggi però è solo un grande e costoso scandalo.
A non facilitare il percorso dell’opera c’è tra l’altro una nuova strategia da parte della Regione, che è quella di concentrare su Palermo gli sforzi per il piano regionale di potenziamento della rete ospedaliera.
Da qualche settimana il governo regionale è affidato a Renato Schifani che ha silurato Tuccio D’Urso, a capo della struttura commissariale per il potenziamento della rete ospedaliera, sostituendolo con Salvatore Lizzio alle dirette dipendenze dell’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo.
Alcuni numeri sono importanti per tenere presente la quantità di soldi pubblici che si stanno impiegando per quest’opera che rischia di non vedere la luce (almeno a breve).
Il primo stralcio costa circa 5,6 milioni di euro. Tutto ciò quando nell’ordine di attuazione si parlava di una cifra molto più bassa: 1,47 milioni di euro. Il padiglione, insomma, costerà quattro volte di più per non finirlo.
3 Dicembre 2020, l’inaugurazione farsa, e in cui l’attuale amministrazione del Comune di Marsala – la Deputazione Regionale del territorio e l’Assessore della Salute Razza annunciavano l’inizio dei lavori su una struttura che avrebbe dovuto rappresentare per tempi di realizzazione e qualità del servizio una svolta epocale per la sanità pubblica in provincia di Trapani (e non solo per il COVID).
Il padiglione delle malattie infettive del "Paolo Borsellino" doveva essere pronto a marzo 2022 stando a quanto si legge nel contratto d’appalto con la ditta che si sta occupando dell’opera. E prima ancora, la struttura, che doveva essere emergenziale, con lo scoppio della pandemia, presentata nella famosa “sceneggiata” del 3 dicembre 2020, doveva essere completata nel maggio 2021. Tp24, però, scoprì che di quanto detto in quella occasione, non c’era nulla di concreto a cominciare dal progetto esecutivo e dai soldi finanziati. In primavera è spuntata un’altra data, fine luglio. Ma anche l’estate è passata con la scadenza per il completamento solo del primo stralcio slittata a settembre. Ora siamo a fine anno, e sul padiglione c’è sempre la solita grande incognita. Non solo se e quando aprirà, ma a cosa servirà.
Oggi a Marsala di nuovi posti letto disponibili presso la nuova struttura neanche l’ombra, a fronte di un totale di somme liquidate per quasi 4 volte l’importo inizialmente stimato.
L’ultima beffa per il padiglione è arrivata a Settembre, con la relazione di avanzamento dei lavori e degli indici di performance del potenziamento della rete ospedaliera siciliana firmata dall’allora Commissario Tuccio D’Urso.
Tra gli interventi “finanziati e progettati” di cui non è stato approvato ancora l’appalto c’è il secondo stralcio della Terapia intensiva e del pronto soccorso dell’ospedale di Marsala.
Tra gli interventi in fase di ultimazione la struttura commissariale indica il pronto soccorso dell’Ospedale Paolo Borsellino Marsala. Il riferimento è al padiglione Covid, in entrambi i casi.
E’ curioso notare come venga definito “in fase di ultimazione” il primo stralcio del padiglione, anche se lo si definisce “pronto soccorso”. Altra beffa è il riferimento al secondo stralcio, quello che dovrebbe far raggiungere i 100 posti letto promessi, ma per i quali non ci sono i soldi. La struttura commissariale parla di interventi “progettati e finanziati”, ma non approvati per l’appalto.
Enormi ritardi nei lavori la cui data di conclusione viene slittata di mese in mese. Sul padiglione pesa lo stop ai trasferimenti di fondi da Roma. E’ curioso che qualche mese fa, in visita a Marsala, l’ex Governatore Nello Musumeci aveva dato la colpa dei ritardi alla “burocrazia romana”. Adesso, però, è ministro, e siede nella stanza dei bottoni.
Nel frattempo i servizi dell'ospedale Paolo Borsellino, in questi due anni, sono stati drasticamente ridimensionati per far fronte all'emergenza Covid. Un gruppo di cittadini ha anche raccolto migliaia di firme per chiedere la piena operatività dell'ospedale. E il sindaco Grillo? C’era anche lui in quella messinscena del 3 dicembre 2020, a inaugurare un cantiere fantasma. E non ha mai alzato la voce sul padiglione Covid. Quello che ha fatto, e spesso, è stato invece annunciare pomposamente il ritorno alla “normalità” dell’ospedale Paolo Borsellino.
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