E’ sulla bocca di tutti, l’Albiceleste di Leo Messi umiliata da una cenerentola. Sono passate meno di 24 ore da Argentina-Arabia Saudita 1-2, ed il web è uno scatenarsi di news sull’accaduto che, se non fosse per alcuni particolari, avrebbe davvero dell’incredibile.
Iniziamo con il dire che, nella storia dei mondiali di calcio, sono state diverse le partite con un risultato scontato che il campo ha tramutato in cocenti sconfitte. Ne sa qualcosa la nostra nazionale eliminata dalla Corea del Nord nel 1966, o la cocente sconfitta contro il Costa Rica nel 2014 (e mi fermo quì per non sparare sulla Corce Rossa). Ne sapeva già qualcosa l’Argentina ad Italia 90, quando vennero battuti dal Camerun nella partita d’esordio, ma quella lezione ha già il sapore di storia lontana, tanto che quasi tutti i giocatori della rosa sudamericana oggi, allora non erano nemmerno nati.
Troppo facile dare solo demeriti all’Argentina, analizziamo questa vittoria raccontando di chi è figlia. Iniziamo con il Mister, Hervé Renard, francese, CT dei bianco verdi sauditi, è un vero e proprio profeta in Africa, nel 2012 vince la Coppa d’Africa con lo Zambia, si ripeterà nel 2015 con la Costa d’Avorio, unico CT al mondo ad aver vinto con due nazionali diverse, si qualificò, con il Marocco, ai Mondiali in Russia del 2018. In tutte queste occasioni, compreso ieri, ha sempre indossato una camicia bianca, probabilmente il suo portafortuna che non confermerà mai. Uomo di poche parole e tanti fatti, ha preso per mano una nazionale di qualità e non, come si aspettava l’Argentina, una squadra cuscinetto.
Tenetevi forte, nessuno dei giocatori dell’Arabia Saudita gioca in Europa, giocano tutti nel loro massimo campionato nazionale, la Saudi Professional League. Ma non lasciatevi ingannare, tanta tecnica e preparazione fisica, sono i must di un team che fa del collettivo la propria forza. Basti pensare che hanno ribaltato una gara sotto di una rete per il rigore di Messi. All’inizio del secondo tempo grazie al pareggio di Saleh Al Shehri con un millimetrico diagonale ed al 53’ con il meraviglioso gol di Salem Al Dawsari che raccoglie, dal limite dell’area, una corta respinta di Romero dribblando la difesa e trafiggendo con un perfetto tracciante il basito Martinez. Al Dawsari ha avuto una piccola parentesi al Villareal nel 2018 giocando 33 minuti contro il Real Madrid.
E’ la favola dei perdenti che affascina chiunque sia appassionato di Sport e che attendiamo dal prossimo match consapevoli di poterci gustare quel Calcio genuino di cui tutti siamo sostenitori.
Oreste Pino Ottoveggio??