Il nodo commissioni da formare all’ARS è una miccia incandescente che rischia di inclinare ancora di più gli equilibri.
Oggi dovrebbe essere la giornata giusta per concretizzare e mettersi al lavoro, gruppo Cateno De Luca permettendo.
Danilo Lo Giudice, coordinatore dei gruppi due gruppi arrivati all’ARS, Sicilia Vera e Sud Chiama Nord, non fa sconti e non ci sta a che i suoi deputati vengano tenuti fuori la commissione Affari istituzionali e da quella delle Attività produttive. Pronti alla guerra, se non verrà rispettato l’inserimento e quindi garantita la presenza di tutti i gruppi parlamentati gli stessi deputati dei due gruppi non indicheranno nessun componente.
Ma sulla graticola ci sono i conti della Regione, con tutto quel peso lasciato dall’assessore Gaetano Armao, lunedì il presidente Renato Schifani e il neo assessore al Bilancio, Marco Falcone, hanno presentato le contro deduzioni alla Corte dei Conti: "Nel corso dell’udienza di pre-parifica, abbiamo rassegnato alla Corte i nostri chiarimenti e le necessarie, articolate controdeduzioni sui rilievi mossi a proposito del rendiconto 2020 della Regione. Il presidente del collegio ha fissato al 25 novembre il termine per fornire eventuali nuovi chiarimenti, calendarizzando l’udienza di parifica al prossimo 3 dicembre», dice l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone, commentando l’udienza di pre-parifica di stamane alla Corte dei conti. Rimaniamo fiduciosi, attendendo con serenità le decisioni della Corte, ci stiamo prendendo cura dei conti della Regione nell'interesse dei siciliani”.
E poi c’è un altro grande problema da affrontare che riguarda le autolinee sia pubbliche che private e il loro relativo finanziamento che è avvenuto con una legge che poi la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima.
Insomma una serie di contenziosi che fanno annaspare la Regione e che non le consentono di lavorare in piena autonomia e armonia.
Il presidente Schifani però ha avvertito tutti: o si fanno le riforme o si torna al voto. Insomma, è un governo traballante già dall’inizio e che non promette nulla di buono e che magari però otterrà più risultati del precedente.
Nello Musumeci ha trascorso 5 anni sostenendo di avere un governo delle riforme ma di queste manco l’ombra.
Se il 3 dicembre la Corte dei Conti manterrà l’indirizzo finora seguito la Finanziaria che verrà presentata, e che l’ARS dovrà approvare, sarà un bagno di sangue, in considerazione anche di una maggioranza che vacilla, che in Aula non da certezze di compattezza.
E’ tempo anche di mettere mani alla rotazione dei dirigenti dei vari assessorati regionali, ultimo tempo utile il 15 gennaio del 2023.
Ci sono cinque dipartimenti che sono rimasti senza dirigenti a causa dei vari pensionamenti che si sono susseguiti, si tratta della Sanità, dell’Istruzione, del Turismo e dei Rifiuti.
Uno dei dipartimenti più strategici è quello alla Programmazione, l’assessore Marco Falcone accanto vorrebbe Fulvio Bellomo, sono stati insieme 5 anni alle Infrastrutture, ma il nome che si sta facendo in queste ore è quello Vincenzo Falgares.
Il nome, invece, che si fa per la Sanità è quello di Daniela Faraoni, vicina a Gianfranco Miccichè, ma è uno di quei nomi che viene fuori tutte le volte in cui si parla di Sanità, salvo poi bruciarla.